La questione di una riforma delle pensioni 2015 si sta giocando oramai su un doppio piano: da un lato la questione 'esodati' e 'opzione donna', dall'altro il problema della flessibilità in uscita. Sullo sfondo restano le prese di posizione piuttosto nette del MEF di Pier Carlo Padoan che sul primo punto invita alla pazienza e sul secondo, invece, rinvia tutto a data da destinarsi.

Insomma, la questione previdenziale sta diventando un vero e proprio cruccio per il governo Renzi: la linea, comunque, è stata segnata dal premier Matteo Renzi quando, alcuni giorni fa, ha stabilito che la riforma Pensioni 2015-2016, qualora si decida di intervenire, non deve avere costi aggiuntivi per lo Stato o costi, comunque, molto ridotti. La CGIL di Camusso, in chiusura di una 'due giorni' di conferenze sindacali, ha invitato gli altri sindacati confederali, CISL e UIL, a costruire un fronte comune per richiedere al governo un intervento deciso sulla materia previdenziale già all'interno della legge di stabilità 2016.

Nel frattempo, Pier Carlo Padoan, in palese difficoltà sulla questione del 'Fondo esodati', ha lasciato aperte alcune possibilità: soltanto quando si saranno fatti calcoli precisi su quanto vi sia in avanzo rispetto alle salvaguardie precedenti e soltanto quando la sesta verrà chiusa definitivamente, si può parlare di un intervento per questa tipologia di lavori. Insomma, ancora una volta la stessa strategia che si vede in atto da più di un anno: rinviare la soluzione dei problemi a data da destinarsi.

Sindacati, Padoan e le ultime news sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi

La parola d'ordine della Camusso è quella di rompere gli indugi e dare avvio a una mobilitazione unitaria: l'invito è ovviamente a Furlan e Barbagallo affinché mettano da parte gli antichi rancori e, in un momento in cui Renzi intende promuovere una stretta sul diritto di sciopero e le ragioni sindacali, si riesca a mettere in campo una piattaforma unitaria.

Il nodo centrale per il rilancio dei sindacati deve essere la previdenza e, date le ultime manovre del MEF, una reale mobilitazione contro il governo Renzi. Difficile, al momento, capire come possa incidere realmente questa piattaforma sindacale, qualora realmente si riesca a trovare la quadra: il decisionismo di Renzi non ammette deroghe e la regola dell'uomo solo al comando difficilmente potrà essere spezzata. Intanto, Pier Carlo Padoan cerca di placare gli animi sulla questione 'esodati' ed è per il 24 settembre l'appuntamento alle Camere con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e con il ministro del MEF. Infine, non si può non notare come la questione di una riforma strutturale delle pensioni per il 2015-2016 sia passata letteralmente in secondo piano: l'abolizione della Tasi non è compatibile con la flessibilità in uscita, non ci sono soldi per entrambi.

Soltanto che l'abolizione delle tasse sulla prima casa privilegia soprattutto i ricchi (chi, a basso reddito, ha una casa di proprietà non risparmia più di una cinquantina d'euro all'anno), mentre la riforma della previdenza sarebbe un intervento trasversale.

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