Il risultato della giornata di mobilitazione di martedì 15 settembre 2015 non ha avuto alcun risultato politico di rilievo: i sindacati scesi in piazza al fianco di Cesare Damiano, strenuo difensore della necessita di una riforma pensioni per il 2015-2016, e di Matteo Salvini, hanno ottenuto soltanto un rinvio di 15 giorni. Le ultime news raccontano che il sottosegretario Baretta, infatti, ha ribadito come da parte del governo Renzi non vi siano ancora indicazioni su come risolvere la questione degli esodati e dunque è necessario attendere prima un incontro tra Padoan del MEF e Poletti del ministero del Lavoro, per capire quale debba essere la linea da seguire.

Si tratta, ovviamente, di una risposta che ai manifestanti è sembrata priva di senso: c'è un Fondo esodati che è stato predisposto per le salvaguardie, perché il MEF dovrebbe 'distrarre' quella cifra per indirizzarla verso altre voci di spesa?

La situazione ha un carattere politico ancor prima che tecnico e a sottolinearlo è lo stesso Baretta; ma cosa si intende con politico? La risposta, forse, può essere trovata nelle parole del premier Matteo Renzi, quando, in un recente intervento, ha sottolineato come qualsiasi intervento in materia di riforma delle Pensioni dovrà essere a 'somma zero' per lo Stato. In parole povere, non si intende più investire nella previdenza che già rappresenta, nonostante la legge Fornero, una delle voci di spesa più alte per la tenuta dei conti dello Stato.

Intanto, il sit-in proseguirà fino a quando non vi sarà una risposta chiara e netta sulle richieste degli esodati e di coloro che chiedono la proroga dell'opzione donna con il ritiro delle ormai famose circolari Inps del 2012.

Renzi schiacciato tra UE ed elettorato: ultime news riforma pensioni 2015

Le ultime news sulla riforma delle pensioni 2015 confermano la sensazione che Matteo Renzi e il suo governo siano schiacciati tra le indicazioni dell'Europa e la necessità della coesione sociale e soprattutto di mantenere in piedi l'elettorato del PD.

Il premier, infatti, sta cercando di fare un gioco a due direzioni: da un lato, lasciando parlare altri esponenti del governo come ad esempio Pier Carlo Padoan, lascia intendere che una riforma del sistema previdenziale non è nell'agenda dell'esecutivo; dall'altro, cerca egli stesso di intervenire, lasciando intendere che una forma di flessibilità prima o poi verrà messa in campo, anche se senza costi per lo Stato.

Intanto, da Bruxelles arrivano i dati dell'Ecofin che sottolineano come l'Europa sia 'molto preoccupata' per la tenuta del sistema pensionistico italiano, il quale sforerebbe le aspettative di spesa di uno 0,7% nel periodo compreso tra il 2020 e il 2032; il messaggio è chiaro: la riforma pensioni Fornero non può essere ritoccata, se non per renderla ancora più stringente. L'elettorato del PD, intanto, sembra allontanarsi dal suo leader, Matteo Renzi, che sta cercando di cambiarne la composizione: il premier, comunque, ha già annunciato la volontà di rimanere alla guida del Paese per due mandati.

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