Prosegue infuocato il dibattito sull'opzione donna, le grandi escluse dalla Legge di Stabilità restano le appartenenti al Comitato Opzione donna nate nell'ultimo trimestre del 1958. Per loro il 'calvario' previdenziale pare non avere fine e la Finanziaria 2016 non ha avuto l'esito sperato. Il Governo, infatti, pur cercando di eliminare i termini restrittivi posti dalle circolari Inps del 2012, che avevano di fatto congelato il regime sperimentale al 2014, non avendo eliminato i tre mesi di aspettativa di vita lascia 'dai vetri' ancora alcune centinaia di lavoratrici.

Cesare Damiano, intervenuto ieri sera su La 7 nella trasmissione 'Di Martedì' condotta da Floris, ha ribadito la necessità di intervenire immediatamente per rimediare a tale ingiustizia. Il Presidente della Commissione Lavoro ha assicurato che presenterà un emendamento per fare chiarezza in primis sui soldi effettivamente spesi. I 2,5 miliardi richiesti per finanziarie l'opzione donna fino al 31/12/2015 e correggere dunque le due circolari sembrano, a suo avviso, basarsi su stime eccessive. Ecco in dettaglio quanto affermato dall'Onorevole dem in occasione del suo intervento in diretta Tv del 27/10.

Ultime news Opzione donna, Damiano incalza il Governo: nessuna esclusa

Cesare Damiano si dice solo parzialmente soddisfatto di quanto ottenuto in Legge di Stabilità, fino ad oggi 28/10, dalla Commissione Lavoro alla Camera, dei 49500 esodati ne verranno attualmente salvaguardati 32.000, e certamente, dice, non possono venire abbandonati i rimasti esclusi dall'attuale settima salvaguardia. Per quanto concerne il capitolo opzione donna aggiunge: "la soluzione proposta è insufficiente". Restano, precisa su La 7, "purtroppo fuori le donne che compiono 57-58 anni dopo il 1 ottobre 2015". Non è accettabile, puntualizza 'piccato', che queste lavoratrici con gli stessi anni di contributi per una differenza alla nascita di pochissimi mesi, restino fuori. Conclude infine dicendo: "noi presenteremo degli emendamenti perché è necessario sanare la situazione".