Quando si tratta il tema pensioni si sa' che bisogna andarci con i piedi di piombo: l'argomento è tra uno dei più delicati all'interno delle problematiche italiane e la sua gestione è in assoluto una delle più difficili.
Il mercato del lavoro cambia in continuazione e le leggi attuate dal Governo lo seguono di pari passo: va da sé che l'età pensionabile aumenta, ma volontà dello Stato è quella di garantire la massima tutela del lavoratore.
In molti casi i lavoratori hanno svolto diverse mansioni nel corso nella loro vita lavorativa: quindi ci si troverà a possedere contributi in gestioni previdenziali diverse e quindi diventa impossibile percepire la pensione.
E' possibile però unificare tutti i contributi secondo tre metodi distinti: la totalizzazione, la ricongiunzione ed il cumulo.
Pensioni: il riscatto e la totalizzazione
Il riscatto è la forma che permette di dare il giusto peso ai periodi tempo durante i quali non si sono versati i contributi per diverse motivazioni, tutte comunque molto valide.
Un esempio palese è il tempo trascorso studiando, come gli studi universitari o vari corsi di specializzazione, corrispondendo una cifra, che si calcola in base all'età nella quale essa viene versata, si diminuisce il numero di anni che mancano alla pensione in riferimento agli anni trascorsi a studiare.
E' possibile riscattare anche gli anni lavorati all'estero, gli anni di attività discontinua, gli anni non lavorati per motivi familiari: insomma le opzioni sono diverse ed è possibile operare su di esse usando la formula del riscatto.
Chi sceglie di riunire i contributi versati secondo il metodo della totalizzazione compie un'azione che li permette di riunire tutti gli anni di contributi versati per potere raggiungere il periodo minimo richiesto, ma la pensione verrà comunque conteggiata con il metodo contributivo. E' un metodo non oneroso per il lavoratore: è possibile avvalersi di questo metodo sia per la pensione di vecchiaia che anzianità. Nel primo caso si dovranno possedere almeno 20 anni di contributi ed avere un'età di 65 anni e 3 mesi, nel secondo caso servono 40 anni e 3 mesi di contributi.
Contributi pensioni: il cumulo e la ricongiunzione
Il cumulo è un nuovo istituto nato con la Legge di Stabilità del 2013 e consente di sommare tutti gli anni di contributi versati, ma la situazione è differente: non si devono infatti avere raggiunto i requisiti minimi in nessuna delle situazioni con le quali si vuole ottenere la somma.
Verrà utilizzato il metodo contributivo per gli anni lavorati prima del 1996, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31.12.1995, mentre per chi ha raggiunto i 18 anni entro quella data, saranno calcolati col contributivo solo gli anni dal 2012 in avanti.
Infine, con la ricongiunzione, istituito nel 1979, permette di raggruppare i contributi versati nell'ultima gestione scelta prima della pensione.
Va precisato che questa scelta è associata a costi per il lavoratore: il costo da sostenere viene valutato sulla base dell'età e del sesso del richiedente, dagli anni che vanno ricongiunti e dalle date dei periodi che vanno raggruppati.
Tito Boeri, Presidente dell'Inps, vuole abolire le spese a carico del lavoratore che vuole riunire in un'unica gestione i propri contributi. A questo proposito il Presidente dell'Inps ha deciso di presentare, all'interno della prossima Legge di Stabilità, una modifica normativa che tratti proprio il tema delicato dei contributi versati dai lavoratoti.