Chi legge quotidianamente le ultime notizie sulla riforma pensioni 2015 auspicava un breve passaggio sulla previdenza nel'apparizione televisiva di ieri di Matteo Renzi. Ospite da Lucia Annunziata su Rai Tre, il Premier non ha praticamente mai toccato l’argomento, fermandosi soprattutto a parlare della riduzione auspicata delle tasse e delle nuove regole che riguardano il canone Rai.

Restano, quindi, in campo le solite voci sulle modifiche che l’esecutivo intende apportare alla pensione anticipata: ipotesi che si rincorrono da mesi ma che, a breve, vedranno la luce con la presentazione della Legge di Stabilità 2016, decisiva più che mai ai fini della determinazione della via da intraprendere per il cantiere della previdenza. Andiamo, quindi, a riepilogare le posizioni in campo ad oggi, 5 ottobre 2015.

Ultime Riforma pensioni 2015, notizie oggi 5 ottobre: per Damiano i soldi ci sono

A farsi sentire, come sempre, è il Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano che, in una nota, rilancia l’esistenza di adeguate risorse finanziarie per sostenere la proroga dell’opzione donna e la settima salvaguardia degli esodati.

“Per risolvere questi problemi – sostiene il parlamentare Dem – sono sufficienti le risorse risparmiate dal Fondo esodati negli anni 2013, 2014 e 2015”. Risorse che, secondo le stime dell’INPS, ammontano a circa un miliardo e mezzo di euro. Una cifra considerevole che, se opportunamente integrata dall’esecutivo, potrebbe davvero bastare per sistemare tutte le vicende che restano aperte.

Il problema è che, alla luce delle ultime notizie sulle Pensioni, da Palazzo Chigi hanno il braccino corto: sia Matteo Renzi che Piercarlo Padoan, infatti, hanno lasciato intendere che la riforma delle pensioni sarà fatta a costo zero o quasi, senza impattare sulle generazioni future. Al massimo, stando alle indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane, il governo metterà in campo un paio di miliardi visti gli altri impegni assunti davanti all’opinione pubblica.

Il tema della previdenza, per l’esecutivo, non è una priorità eccezion fatta per ministri come Poletti che, pur essendosi esposti notevolmente negli ultimi mesi, sono finora rimasti col cerino in mano. Chi comanda davvero, del resto, è chi gestisce i soldi: tutto passa da Piercarlo Padoan e dagli indirizzi politici che arriveranno dal PD dove posizioni come quella di Poletti, nonostante gli sforzi, paiono essere minoritarie.