Dopo la recente proposta da parte del Presidente dell'Inps Tito Boeri, intitolata "Non per cassa, ma per Equità", si è accesa una fervente diatriba politica tra chi si scaglia contro il piano Inps e chi, invece, lo sostiene soprattutto nella parte relativa al 'reddito minimo' per la cui attuazione è stata anche lanciata una petizione online sul sito Change.org.

Motivi di opposizione: procedurali e contenutistici

Chi si oppone ritiene innanzitutto che la proposta sia irrituale in quanto presentata non da un organo legislativo, bensì da un Ente pubblico la cui funzione è solo esecutiva e non legislativa. In tal modo l'Inps, in persona del Presidente Tito Boeri, ha travalicato le proprie competenze. Un altro motivo per cui gli oppositori respingono la proposta è che il documento contiene soluzioni normative in aperto contrasto sia con il disegno di Legge di Stabilità 2016 in discussione al Senato, sia con il Jobs Act nella parte in cui predilige forme di sostegno al reddito (ovvero, il c.d.

SIA55 'Sostegno di Inclusione Attiva') a quelle di politiche attiva. Quest'ultima osservazione si riferisce probabilmente all'erogazione del sussidio condizionata dalla sottoscrizione di un patto finalizzato all'inserimento lavorativo: previsione che però è solo accennata nella proposta, ma non richiamata da nessun articolo.

Quanto al contenuto, la proposta difetterebbe 'per i profili delle dinamiche dei sistemi di welfare', nonché per i dati demografici che attestano un scarsa partecipazione al mercato del lavoro: 37 italiani su 100 lavorano (vedasi sul punto l'osservazione-tweet del Prof. Michele Tiraboschi

Gli 'oppositori' sostengono inoltre che il prepensionamento non favorisce l'inserimento lavorativo dei più giovani, il cui stato di disoccupazione e precarietà dipende dai costi troppo elevati della contribuzione.

Insomma, la proposta dell'Inps non sembra guardare nel 'lungo periodo', né risulta essere trasversale ed avere effetti positivi su diversi settori tra essi strettamente connessi come lavoro, assistenza, previdenza e sanità. Insomma, l'esatto opposto di quanto viene proposto nel 'Libro verde sul futuro del welfare', il quale - sostengono ancora - mette al centro l'idea di società attiva e di welfare della persona.

Contraddittorietà della proposta

Fanno altresì notare che in un primo momento l'Inps ha tentato di investire risorse per gli sgravi contributivi (l'Osservatorio sul precariato rivela infatti che nei primi otto mesi del 2015 sono stati stipulati 790mila contratti di lavoro grazie alla decontribuzione), ed ora propone il prepensionamento come soluzione alla disoccupazione, invece di comprendere e proporre sistemi di alternanza scuola-lavoro e di apprendistato.

La situazione degli over 55 rimasti senza lavoro è indubbiamente meritevole di attenzione da parte dello Stato, ma non può essere risolta elargendo assegni assistenziali periodici. E' necessario far in modo che siano reinseriti nel mercato del lavoro. 

Il welfare sta attraversando un periodo di transizione e trasformazione, e l'unica cosa condivisibile e che dovrebbe accomunare 'sostenitori  e oppositori' è l'idea di creare una società più inclusiva, creativa e attiva.