Serve un intervento urgente per garantire una maggiore flessibilità in uscita a migliaia di lavoratori. Lo si intende dalle recenti dichiarazioni del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, il quale sarebbe contrario al famoso prestito pensionistico contenuto nell'emendamento alla legge di stabilità presentato dal senatore del Partito Democratico Giorgio Santini.
L'ipotesi, infatti prevede un anticipo della pensione a favore di tutti quei lavoratori a cui mancano non più di 5 anni all'uscita.
Poletti d'accordo con la flessibilità di Damiano
Un'idea poco convincente per la minoranza del Dem e per lo stesso ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, il quale sembra essere d'accordo con il piano messo in atto dal deputato del Pd Damiano: uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 35 anni di versamenti contributivi pena una riduzione massima sull'assegno pensionistico di 8 punti percentuali.
Tale penalizzazione è da considerarsi decrescente del 2% per ogni anno di posticipo dell' età pensionabile rispetto ai 66 anni fino a ad arrivare alla soglia massima dell' 8 %, chi, invece deciderà di ritirarsi dopo i 66 anni di età anagrafica andrà incontro ad un aumento del 2% sull'assegno pensionistico.
Damiano: intervenire anche sulle nate nell'ultimo trimestre 1958
Secondo Damiano anche il piano del Presidente dell'Inps Tito Boeri potrebbe essere valido: "contiene elementi simili al meccanismo di flessibilità all'esame della Camera", ha detto il deputato del Pd.
Come annunciato più volte, il ddl di stabilità contiene misure a favore degli esodati al fine di tutelare circa 26.500 lavoratori esodati ai quali vanno aggiunti altri 5 mila lavoratori già certificati nelle precedenti salvaguardie oltre ad una proroga dell'opzione contributivo donna con la quale le lavoratrici potrebbero lasciare anticipatamente il lavoro dopo aver raggiunto almeno 57 anni di età e 35 anni di versamenti contributivi accettando un ricalcolo contributivo sull'assegno escludendo le nate nell'ultimo trimestre del 1958. E' questo il motivo che ha spinto lo stesso Damiano a chiedere una proroga dell'opzione donna anche per le lavoratrici nate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1958 visto che, rimarrebbero ancora penalizzate dall'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita.