L'articolo 19 della Legge di Stabilità 2016, attualmente in discussione al Parlamento, prevede una proposta di riduzione incentivata del rapporto di lavoro per il lavoratore dipendente del settore privato che maturi, non oltre il 31 dicembre 2018, l'età anagrafica per accedere alla pensione di vecchiaia. Tale riduzione è compresa tra il quaranta e il sessanta per cento dell'orario di lavoro: al dipendente spetterebbe, come retribuzione, una somma corrispondente alle ore effettivamente lavorate e in più un'altra parte di salario che corrisponderebbe alla contribuzione previdenziale ai fini pensionistici in relazione alla prestazione lavorativa non effettuata.

Tale provvedimento mirerebbe ad incentivare il turn over generazionale che viene sollecitato da più parti, al fine di ridurre soprattutto l'alto tasso di disoccupazione tra i giovani. 

Part time incentivato: no ai docenti e al personale Ata della scuola, perchè?

La proposta di part-time incentivato, però, non dovrebbe includere il personale scolastico (docenti e Ata) e tutto ciò appare francamente inspiegabile anche perchè la Scuola è uno dei comparti dove l'età media dei lavoratori è altissima, anche e soprattutto rispetto alla media anagrafica degli insegnanti in Europa.

La scuola avrebbe estremo bisogno di quel ricambio generazionale sbandierato ai quattro venti in Parlamento ma che, invece, rimane tuttora un'utopia: lo Stato non sta dimostrando di voler operare concretamente per raggiungere questo obiettivo, continuando semmai a procrastinare una necessaria revisione della riforma Fornero

Pensiamo solamente a quelle insegnanti ultrasessantenni che prestano servizio nella scuola primaria o addirittura dell'infanzia, che, nonostante l'impegno e la passione profusi, vorrebbero, nello stesso tempo, avere la possibilità di accedere alla pensione o quanto meno potrebbero avere la possibilità di usufruire di un part time incentivato come quello proposto per il settore privato. 

Ci si chiede come mai, ancora una volta, il personale scolastico debba andare incontro ad un'altra incomprensibile esclusione ed essere costretto, ancora una volta, a subire le ingiuste penalizzazioni legate all'accesso pensionistico.