Molti lavoratori del settore turistico ed alberghiero, i cosiddetti stagionali, in questi giorni stanno percependo l’indennità di disoccupazione. Infatti, questi sono i mesi caldi nei quali, i lavoratori che in genere sono occupati nel periodo estivo in molte località turistiche, in strutture ricettive, sfruttano i mesi di assunzione per percepire l’indennità Inps. Quest’anno, questo sussidio è conosciuto come Naspi e rispetto ai vecchi ammortizzatori sociali (Aspi, Mini Aspi, Ordinaria e Requisiti Ridotti), penalizza i lavoratori stagionali.
La speranza che una Legge, una norma o un provvedimento da parte dei nostri Governanti, salvaguardasse questi lavoratori sembra che sia andata perduta.
Naspi e Stagionali, un amore mai nato
Per i lavoratori stagionali, la Naspi è stata un duro colpo alle loro aspettative per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali. Infatti, con l’entrata in vigore della Naspi, le regole sono sensibilmente cambiate per ciò che concerne la durata dell’indennità e per gli importi da percepire. Il nuovo sussidio copre la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente la data di presentazione dell’istanza.
In parole povere, un lavoratore che ha lavorato per 4 anni senza interruzioni, potrà percepire il trattamento economico di disoccupazione, anche per 24 mesi. Questo non è il caso degli stagionali che, per la natura stessa del loro impiego, non lavorano di continuo, ma per periodi brevi. Inoltre, la Naspi prevede che tutti i periodi di lavoro nei 4 anni precedenti che hanno già dato luogo ad altri ammortizzatori sociali, come per esempio la vecchia Aspi, non concorrono all’ammontare dei periodi utili al calcolo della durata. Per gli stagionali significa che nella peggiore delle ipotesi, se hanno percepito negli anni passati la disoccupazione, quest’anno percepiranno solo la metà dei mesi lavorati nel 2015.
Se a questo aggiungiamo che per coloro che sono più fortunati, che percepiranno una indennità più lunga dei 4 mesi, si vedranno ridurre l’entità economica del sussidio del 3% per ogni mese superiore al quarto. In parole povere, un salasso bello e buono che mette a repentaglio la stabilità economica di molte famiglie.
La Legge di Stabilità e la Naspi
In questi giorni in cui si sta ultimando il lavoro parlamentare sulla Legge di Stabilità, i lavoratori stagionali erano speranzosi che qualcosa cambiasse per la Naspi. Sembrava già approvato ed inserito un emendamento che riconosceva per il periodo 2016-17 ai lavoratori stagionali, una specie di salvaguardia che rendeva validi ai fini del calcolo della durata del sussidio, i periodi coperti da altre disoccupazioni.
In pratica, si dava la possibilità ai lavoratori di percepire una disoccupazione di durata identica a quella percepita con le regole precedenti la Naspi. Con l’arrivo della Legge di Stabilità alla Camera, dopo aver superato lo step della Commissione Bilancio, questo correttivo non compare più tra quelli in discussione a Montecitorio. Restando tutto così come sembra rimarrà, cioè con le regole originarie della Naspi, i lavoratori sarebbero obbligati a dover avere un periodo di impiego non inferiore a 8 mesi per poter percepire poi 4 mesi di disoccupazione, con una perdita di 2 mesi di sussidio rispetto ai 6 mesi che si percepivano prima con la Aspi. I sindacati hanno già drizzato le orecchie e sono pronti a riprendere una battaglia che davano per conclusa nel momento in cui sembrava che la Legge di Stabilità mettesse una pezza a questa evidente penalizzazione per gli stagionali.