Tra i non addetti ai lavori non è semplice capire perché i docenti precari si lamentino della riforma scolastica. Ma se si guarda alla sentenza europea del 26 novembre 2014 le cose possono migliorare. La Ue condanna l'Italia per abuso del precariato oltre i 36 mesi e il governo risponde con la Buona Scuola gettando fumo agli occhi degli italiani, mettendoli contro una categoria di oltre 180.000 docenti precari sfruttati e non pagati da settembre.

Eppure sono loro a reggere le sorti della scuola pubblica italiana. La parola d'ordine, citando una celebre frase di Quintino Sella, è: “Economia fino all'osso!”. Il governo italiano la prende così in parola da dimenticarsi di tutti quei docenti che sono arrivati dopo il 2006. Quello fu l'”annus horribilis” in cui sciaguratamente furono chiuse le Gae, ossia le graduatorie dalle quali i docenti precari venivano immessi in ruolo per scorrimento.

La grande ingiustizia

La manifestazione organizzata dal Mida e da Adida per martedì 12 gennaio, all'interno dei prossimi appuntamenti in agenda sulla scuola, ha lo scopo di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla profonda discriminazione operata nelle alte stanze governative.

Risale a quella data infatti l'origine di tutti i mali dei precari, la cui situazione è stata aggravata dal successivo concorsone del 2012 che fece in modo di far retrocedere in graduatoria decine di migliaia di aspiranti docenti. Nel frattempo altri docenti si sono abilitati affollando le Graduatorie di Istituto, continuando a svolgere supplenze per sopperire alle lacune degli organici della scuola. Non paghi di questo, al governo stanno preparando il bis del 2012 con un inutile concorso truffa riservato ai soli abilitati delle Graduatorie di Istituto cui viene tenuta rigorosamente nascosta la futura intenzione di limitare gli accessi ai ruoli per ulteriori tagli di spesa che non consentiranno le assunzioni; questo nonostante l'idoneità che avranno conseguito nel frattempo.

La verità

Per l'emanazione dei tre bandi del concorso 2016 è questione di giorni ma siamo già fuori tempo massimo rispetto a quanto contenuto nella stessa legge di riforma scolastica. L'impegno era quello di notificare tutto entro il 1 dicembre 2015. Si parla di oltre 60 mila docenti per i quali il futuro rimarrà oscuro. Per gli altri 120.000 esclusi invece chissà, si vedrà. Però per fare supplenze gratis vanno bene visto che molti di loro, come la stessa D.ssa Bruccola ci racconta di una precaria di Modena, non vedono il becco di un quattrino da settembre. Ma siccome bisogna risparmiare in ossequio alle regole di Bruxelles non si riconosce loro lo stesso diritto dei predecessori e li si fa aspettare per avere lo stipendio e, dulcis in fundo, per evitare la multa europea si finge una riforma che abolisce il precariato. Il 12 gennaio saranno a Roma davanti al Miur per reclamare un sacrosanto diritto.