Per i più discoli è sempre stato un incubo, per i professori un arma in più da utilizzare come deterrente: se si rispondeva in maniera troppo irruente, si era inclini ad attaccar briga o si mostravano palesi segni d’insubordinazione, arrivava al primo quadrimestre come un pesantissimo monito, tale da far impallidire tutti gli altri voti, qualunque essi siano. Il sette in condotta ha sempre spaventato perché al secondo quadrimestre avrebbe decretato una sicura bocciatura, indipendentemente dal rendimento.

Tuttavia questo sistema sta per sparire grazie ad una nuova proposta di legge che vorrebbe eliminarlo del tutto: la Buona Scuola innova, anche in questo caso.

Sette in condotta, addio alla bocciatura: arriva la proposta

“Nessun buonismo” annuncia la promotrice di tale iniziativa, l’On. Milena Santerini, l’abolizione per la bocciatura in condotta è questione di adeguamento ai tempi che corrono. La dottoressa Santerini, docente di Pedagogia alla Cattolica di Milano sostiene una normativa più attuale: “la 107 parla di valutazione degli studenti, e noi permettiamo ancora che un ragazzo o una ragazza vengano bocciati non per problemi nell’andamento dell’apprendimento, ma per insufficienza nel comportamento.

Non ha senso”. Se tuttavia pensare che basti un semplice 7 per avere la bocciatura assicurata in barba a una media che supera abbondantemente la sufficienza, è bene ricordare che dal 2009 la bocciatura sopravviene non più col 7 ma col 5 in condotta, assegnato in casi talmente gravi da far scattare la sospensione per più di 15 giorni con decisione adottata dall’intero consiglio di istituto.

Condotta indisciplinata: “educazione alla cittadinanza più che educazione civica”

Eppure, per quanto possa sembrare una pratica ormai anacronistica le statistiche dimostrano che in Italia ogni anno circa 12 mila studenti vengano puniti per una condotta eccessivamente insubordinata. A ben guardare però, circa la metà di questi studenti vengono bocciati al primo anno, quello più critico dal punto di vista della dispersione scolastica: “è lecito supporre che buona parte di questi studenti bocciati per condotta lasceranno la scuola” afferma l’onorevole che giudica “imbarazzante” lo scollamento del 25-27% tra chi si iscrive al primo anno del liceo e chi consegue il diploma.

A rinforzare le proprie tesi anche il riferimento alla giustizia penale, orientata alla rieducazione e riabilitazione: “invece con gli studenti abbiamo un sistema che stronca senza pietà” da sostituire con lavori socialmente utili ed “educazione alla cittadinanza più che educazione civica”.

Bocciature per condotta non educative per gli studenti

A complicare ulteriormente le cose poi ci sono, come spesso accade, i tribunali. Sebbene la bocciatura per motivi di condotta sopravvenga per motivi gravi e comunque con il consenso del collegio docenti, in diversi casi il parere del giudice ha ritenuto non sufficienti tali ragioni per far sì che lo studente ripeta l’anno. È il caso del Tar di Milano che nel 2007 per ben due volte ha riammesso un ragazzo del secondo anno delle superiori malgrado il “comportamento gravemente scorretto” e ben quattro insufficienze.

E non è l’unico caso. La proposta di legge recepirebbe quindi la tendenza sempre più diffusa e in linea anche con quanto sostenuto dall’Ocse: le bocciature per condotta vanno ridotte perché non educative per gli studenti.