"È un azzardo che Boeri abbia mandato la busta arancione" lo afferma il sindacalista Carmelo Barbagallo della Uil, intervenendo durante l'ultima puntata della trasmissione televisiva Ballarò in merito al tema delle Pensioni flessibili. "Ogni anno vogliono modificare il sistema previdenziale in negativo e noi dobbiamo fare le manifestazioni. Cosa abbiamo scritto nella busta arancione?
Ipotetiche pensioni del futuro. Ma se ai giovani non si dà la possibilità di integrare la pensione con le complementari noi avremo pensioni da fame ed un problema che continuerà ad esistere, perché non si può andare in pensione tutti alla stessa età" ha spiegato il sindacalista, sottolineato che "ai giovani dobbiamo garantire stabilità e agli anziani la flessibilità in uscita". Per questi motivi, secondo le parti sociali la necessità di un'apertura nei criteri di pensionamento è ormai urgente ed improrogabile: "i lavori non sono tutti uguali, le nostre manifestazioni hanno detto che è ora di finirla e che bisogna cambiare profondamente la Fornero".
Pensioni flessibili, il commento dell'On. Damiano: i risparmi consento l'apertura Inps
"Ho sentito il viceministro Zanetti ripetere il tema della sostenibilità del sistema pensionistico. Io confuto la tesi secondo la quale questo sistema non è stabile" ha spiegato durante la stessa trasmissione televisiva l'On. Cesare Damiano. Per quanto concerne le rivendicazioni sindacali "sulla flessibilità in uscita, la mia proposta di anticipo di 4 anni con un'anticipazione dell'8% può costare alcuni miliardi, ma è vero ciò che diceva Barbagallo: noi in 15 anni risparmiamo 450 miliardi, da quella cifra qualcosa si può ricavare. Aggiungo che se è una spesa per i primi 4 anni di anticipo ho un risparmio con il taglio dell'8%, per i venti anni successivi".
Tanto che il Presidente della Commissione lavoro alla Camera si dice pronto "a dimostrare che il costo iniziale è compensato dai risparmi sui 20 anni. Dopodiché è evidente che se il conto che il Governo fa è basato sul fatto che tutti coloro che hanno il diritto al 100% il giorno dopo vanno in pensione, il costo è di 4 o 5 miliardi. Ma se, come è ragionevole ed anche grazie al taglio, andranno solo coloro che sentono di dover andare in pensione (perché non tutti i lavori sono uguali), la platea si riduce e i costi si riducono. Quindi dico a Renzi che il 2016 dev'essere l'anno della flessibilità così come dicono i sindacati".
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