La riforma Pensioni continua ad essere al centro del dibattito politico e pubblico, le ultime novità sulla pensione anticipata giungono sia dai social, Damiano ha pubblicato sul suo profilo Facebook un lungo post concernente la flessibilità in uscita dicendosi soddisfatto dell'importanza sociale e politica che oggi il tema pensioni ha raggiunto, quanto dalle richieste di un lavoratore autonomo al Governo Renzi.

Spesso nel corso delle trasmissioni televisive che si occupano di pensione anticipata, Emiliana Alessandrucci, Presidente Colap, interviene in difesa dei lavoratori autonomi facendo presente quante poche tutele abbiamo da parte dello Stato rispetto ai lavoratori dipendenti. Per questa ragione abbiamo deciso di intervistare Claudio Fabbretti, un lavoratore autonomo attualmente disoccupato. Con lui abbiamo discusso della nuova misura di flessibilità in uscita proposta dal Governo, nota come l'APE e della riforma pensione in generale. Eccovi le sue richieste al Governo.

Pensione anticipata: tra APE e Fornero, meglio la riforma Fornero

 -Cosa ne pensa dell'APE, misura di flessibilità in uscita, proposta dal Governo Renzi?

Le proposte di flessibilità non vanno bene per tutti, se io ho già iniziato a lavorare dall’età di 15 anni come diritto devo uscire con l’attuale riforma Fornero a 42 anni e 10 mesi e non a 62/63 anni, altrimenti mi toccherebbe lavorare ancora 7/8 anni. Considerate che nel mio caso specifico sono disoccupato avendo chiuso per crisi. Gli autonomi che hanno raggiunto 62 anni di età possono percepire un aiuto economico da parte dello Stato, ma a coloro che hanno meno dei 62 anni non spetta nulla.

Legge di Stabilità: quali richieste da parte degli autonomi?

-Lei è un lavoratore autonomo, quali le richieste che come categoria si sente di fare al governo affinché vengano introdotte misure ad hoc nella prossima legge di stabilità? 

Non saprei risponderle per la legge di stabilità si è più volte parlato di ricondurre stabilmente l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta e favorire l’occupazione, ma se rimangono solo parole al vento, ho seri dubbi che qualcosa possa cambiare. Si dovrebbe puntare su una graduale e incisiva riduzione del carico fiscale, volta a incoraggiare l’offerta di lavoro e gli investimenti in capitale fisico e umano e a sostenere i consumi delle famiglie. Anche se numerosi interventi sono finalizzati a sostenere strutturalmente la competitività del sistema economico del Paese, fino ad oggi, non ho visto alcun miglioramento per noi cittadini Italiani.

Fanno le riforme, ma poi alla fine rimaniamo sempre delusi.

Riforma pensioni o riforma del lavoro?

-A suo avviso, per rilanciare il paese,  avrebbe più senso investire risorse in una riforma pensioni o in una riforma del lavoro?

La riforme delle pensioni per gli autonomi dovrebbe essere cambiata, se si pensa che un autonomo in media prende 800 euro al mese, occorrerebbe un aumento di pensione. Per coloro che perdono il lavoro per chiusura forzata, esempio crisi di settore, mi riferisco sempre ai lavoratori autonomi, occorrerebbe dare la possibilità di avere un canale di collocamento diverso dai  lavoratori dipendenti. Noi purtroppo se perdiamo il lavoro all’età di 56 anni difficilmente potremmo essere assunti senza altra formazione e/o conoscenza lavorativa, perché siamo specializzati unicamente nel nostro settore. Occorrerebbero dunque corsi di formazione mirati ed un maggiore supporto da parte dello Stato per essere ricollocati.