L'Inps taglierà l'indennità di disoccupazione per coloro che non accetteranno il nuovo impiego che verrà prospettato. E' la novità che scaturisce dal nuovo regime del collocamento che prenderà il via con la nascita dell'Anpal, la nuova agenzia del lavoro, creata apposta per modificare le abitudini di chi è in cerca di una nuova occupazione. Si punterà su un modello simile a quello anglosassone, secondo il quale i disoccupati verranno formati mediante dei corsi ideati ad hoc per rendere più appetibile il curriculum e poi instradati verso la ricerca di un nuovo impiego.

Coloro che declineranno le proposte che si presenteranno si vedranno decurtato in modo drastico l'assegno di disoccupazione.

L'Anpal è una agenzia creata appositamente per gestire l'assegno di ricollocamento e per indirizzare i disoccupati verso la formazione più adatta per aumentare il livello di 'occupabilità'. Un nuovo modo per far si che domanda e offerta di lavoro possano incontrarsi più facilmente sulla scorta di modelli già adottati con successo in altri paesi europei.

A breve verrà creato un sistema nel quale l'Anpal avrà la disponibili in tempo reale dei dati forniti dall'Inps relativi a coloro che percepiscono la Naspi, in modo tale che la stessa agenzia possa verificare se il disoccupato si è presentato o meno ai corsi di formazione o se ha rifiutato la proposta di un nuovo impiego.

Una volta inviati i dati all'Inps, l'ente previdenziale sarà obbligato a trattenere una parte del sussidio erogato.

Solo un italiano su quattro si rivolge alle agenzie di collocamento

In Italia sempre meno persone si iscrivono al Centro per l'Impiego per trovare una nuova occupazione. Nel nostro Paese sono oltre l'84% coloro che sfrutta la cerchia di conoscenze private per trovare nuova occupazione, in un periodo di penuria di posti di lavoro.

E' ancora bassissima la percentuale di coloro che ritengono utile iscriversi al collocamento ufficiale per trovare una nuova occupazione. Sono una persona su quattro, si iscrive all'ufficio collocamento mentre tre su quattro preferiscono trovare occupazione mediante canali alternativi.