Matteo Renzi viene duramente attaccato da Maurizio Gasparri, che qualche giorno fa lo ha definito un incredibile cantastorie. Il senatore di Forza Italia si riferisce proprio alla riforma della Buona Scuola creata dal presidente del Consiglio e a come non sia servita ai docenti ma soprattutto alla sua famiglia. È chiarissimo il riferimento all'assunzione della moglie di Renzi, Agnese, che ha ottenuto il posto vicino casa nella fase C del piano straordinario di assunzioni messo in piedi dal Governo. Il fatto che la Buona scuola non vada bene a molti è dimostrato dall'ondata di scioperi e manifestazioni che si ripetono da un anno.
Il 20 maggio è stata organizzata una nuova protesta a livello nazionale.
Renzi, la scuola e le sue bugie
Gasparri critica duramente Renzinon solo per il sistema di assunzioni scuola di quest'anno, ma anche per i provvedimenti che riguardano la messa in sicurezza degli edifici scolastici, edifici che continuano a non essere sicuri. Renzi ha mentito sul fatto che la situazione è stata risolta, dice. Poi parla anche della questione meridionale e dei presunti fondi stanziati dall'attuale Governo a favore del Sud. La definisce una 'fandonia', una 'recita ridicola', dato che il 70% dei fondi stanziati per i patti con il Sud in realtà erano risorse stanziate da anni e che sarebbero comunque andate a quelle regioni.
Un bel 70% di fondi ordinari, e non aggiuntivi come ha voluto far credere con la sua propaganda. Secondo il senatore, l'unica cosa regalata al Sud in questo momento sono 1700 clandestini africani nuovi. Infine conclude dicendo: "Scuola e Sud sono le altre vittime di un irresponsabile".
Una riforma propagandistica
Ma Gasparri non dice nulla di nuovo su Renzi e la riforma della Buona scuola.
La buona scuola fa acqua da tutte le parti, anche se il Miur afferma il contrario. Abbiamo visto il fine settimana scorso come i tribunali stanno emettendo sentenze che vanno contro le regole stabilite nel bando di concorso e contro cui i docenti si stanno ribellando e chiedendo la giustizia legale. Il referendum contro la buona scuola non è stato messo in piedi a caso, ma proprio perché i punti della riforma vanno contro la Costituzione Italiana.
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