La Brexit, ossia l'uscita del Regno Unito dall'UE, non avrà grosse conseguenze economiche per l'Italia: questo è il giudizio dell'agenzia di rating statunitense Standar&Poor's. Il nostro paese sarà, insieme all'Austria, quello meno colpito tra i paesi dell'UE e c'è da stare tranquilli anche per quanto riguarda l'attuazione dell'Ape (anticipo pensionistico). Infatti, anche se la Brexit dovesse andare a colpire il PIL dell'Italia, l'Ape non sarebbe a rischio perché non è frutto di un finanziamento pubblico, ma delle banche e assicurazioni.

Il sistema bancario è piuttosto solido e, anche se l'uscita della Gran Bretagna dalla Comunità europea avrebbe un impatto non morbido sulle quotazioni delle banche italiane e dello spread, ciò non comprometterebbe l'erogazione di prestiti per rendere attuabile l'Ape. Ci potrebbero essere problemi invece per l'attuazione della misura del Governo relativa al bonus di 80 euro concesso alle Pensioni minime, sempre che la Brexit abbia ripercussioni sulla ripresa dell'economia italiana. 

Altra novità sull'Ape è che sarà estesa anche ai lavoratori pubblici e autonomi: almeno questa è la decisione presa a seguito dell'ultimo incontro tra Governo e sindacati.

Poi è notizia di queste ore che è stato presentato alla Camera il ddl sull'ottava salvaguardia che riguarderà complessivamente 32 mila lavoratori: 6800 persone in mobilità che raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia ante Fornero 36 mesi dopo la mobilità e 25200 persone che avrebbero maturato i requisiti per la decorrenza delle pensioni entro il 2021 con le vecchie regole esistenti prima della Riforma Fornero. Il provvedimento sarà attuato con tutta probabilità con la Legge di stabilità e non prima, nonostante le pressioni del Comitato degli esodati.

Altra notizia importante in tema di pensioni è quella relativa all'incontro di domani 28 giugno tra Governo e sindacati che sembra possa essere decisivo su molti fronti: pensioni minime, ottava salvaguardia, approvazione quota 41 e quota 100 con relativa risoluzione del problema dei lavoratori precoci.

Soprattutto la tavola rotonda di domani potrebbe rappresentare la volta buona che i sindacati prendano in mano la situazione e convincano il Governo ad attuare interventi a favore di tutte quelle situazioni difficili provocate dalla Riforma Fornero con l'inasprimento delle regole per poter accedere alla pensione di vecchiaia.