Dopo il voto alle elezioni amministrative, il tema sulla riforma Pensioni torna al centro del dibattito politico. Le novità aggiornate ad oggi 7 giugno ci rimandano alle dichiarazioni di Cesare Damiano. L'ex Ministro del Lavoro ha ammesso che il risultato ottenuto dal Partito democratico non può essere definito soddisfacente. Ha messo inoltre in guardia il governo dal credere che queste elezioni non abbiano nulla a che vedere con il quadro politico nazionale, sottolineando come sia evidente che il partito stia affrontando un periodo di difficoltà con i propri elettori. Ecco dunque che tornano in gioco temi come flessibilità in uscita e rivalutazione delle pensioni più basse. 

Proposte coerenti

Cesare Damiano chiede al governo Renzi proposte per la riforma pensioni che risultino coerenti con quanto chiesto dai lavoratori in questi ultimi mesi / anni.

Il post voto, che ha messo in mostra un Pd in difficoltà in alcune delle città dove fino a poco tempo prima faceva la voce grossa, segna un campanello d'allarme per tutto l'esecutivo. Il crollo totale non c'è stato, ma il referendum costituzionale di ottobre è alle porte. 

Tra le risposte che il governo deve dare ai cittadini, quella della riforma pensioni si trova ai primi posti. Sono da mesi che esodati e lavoratori precoci scendono in piazza insieme ai sindacati per chiedere la risoluzione definitiva dei problemi. Negli ultimi giorni il presidente della commissione Lavoro alla Camera ha rivelato che sta lavorando per proporre la ottava salvaguardia, senza dimenticare la categoria dei precoci, per la quale c'è già quota 41, inserita nel ddl 857. 

Ieri Cesare Damiano ha rilanciato sulle pensioni, chiedendo al premier Renzi e la sua squadra di ministri di dare una risposta chiara, certa, ai cittadini, mostrando con i fatti di aver deciso di intraprendere la strada verso la correzione della legge Fornero con l'introduzione della flessibilità in uscita.

La proposta dell'esponente dem, a riguardo, è nota: possibilità per il lavoratore di andare in pensione con 4 anni di anticipo a fronte di una penalizzazione del 2 per cento.

Il parlamentare del Partito democratico ha parlato anche di pensioni basse, ribadendo come sia necessario un intervento anche in questo campo. In merito a ciò, vanno ricordate le recenti dichiarazioni del governo, che ha aperto ad un possibile bonus di 80 euro al mese per chi percepisce la pensione minima. Rimane inoltre centrale la questione dei lavoratori precoci, uno dei "cavalli di battaglia" di Damiano. 

Siamo in attesa del tanto chiacchierato incontro tra sindacati e governo del prossimo 14 giugno, dove si parlerà di riforma pensioni anche alla presenza, oltre del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, di Tommaso Nannicini, sottosegretario della Presidenza del Consiglio.

I lavoratori precoci sperano di poter rientrare nel dibattito tra i segretari nazionali dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil, e i due esponenti dell'esecutivo. 

Al momento c'è la convinzione, da parte di Renzi, di riuscire a proporre la flessibilità in uscita nella Legge di Stabilità per il 2017. Discorso diverso invece quello relativo ad una possibile ottava salvaguardia per gli esodati e all'accettazione di quota 41 per i lavoratori precoci. Continueremo ad aggiornarvi sulla situazione nei prossimi giorni. Mancano 7 giorni al secondo confronto tra Cgil, Cisl e Uil e governo.