L'Esecutivo guarda avanti. All'indomani dell'incontro con le rappresentanze dei lavoratori, risulta palese l'intenzione del Governo di voltare pagina rispetto a un capitolo della storia politica vecchio di ormai cinque anni. Di fatto, era il 2011 quando la famigerata quanto odiata legge Fornero veniva approvata, legge Fornero che – s'intende – non si ha alcuna intenzione di rileggere.
Non una parola nemmeno sulla Quota 41, opzione richiesta a gran voce dai tanti lavoratori precoci italiani. La manovra considerata martedì scorso verte piuttosto sull'introduzione della possibilità, per i lavoratori in difficoltà come per chiunque ne faccia richiesta, di accedere anticipatamente alla pensione mediante la sottoscrizione di un prestito ventennale più assicurazione e detrazioni fiscali del caso.
Il ruolo degli istituti finanziari
Come evidenziato da Nannicini, il coinvolgimento di banche e assicurazioni è necessario, data l'ampiezza dell'operazione che costerebbe allo Stato non meno di dieci miliardi di euro l'anno.
Dunque non un vero intervento legislativo alla radice della questione, ma uno svincolo di convenienza peraltro fruttifero: la restituzione del prestito sarà comprensiva di interessi.
Nel dettaglio
Per i fautori del provvedimento, comunque, non si tratta di una penalizzazione. L'anticipo è paragonato a un mutuo o a un prestito per finanziare un acquisto, per il quale, citando ancora Nannicini, sarà dovuto il pagamento di una "rata di ammortamento". Sta di fatto che lasciare l'impiego prematuramente potrebbe costare fino a un quarto della pensione, vale a dire quattrocento euro in meno all'anno per vent'anni. L'INPS svolgerà un ruolo centrale nell'erogazione dell'APe. All'Istituto spetterà infatti l'onere di rapportarsi con le banche alla richiesta di pensionamento anticipato da parte del cliente.
Intanto, la proposta potrebbe essere formalizzata già entro fine giugno. Previsto per il 23 l'incontro che porterà alla revisione di alcuni dettagli quali la determinazione di un costo diverso per chi perde il lavoro o lascia spontaneamente l'impiego.
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