Il conto alla rovescia per presentazione del piano di interventi da integrare alla prossima legge di stabilità è iniziato. Martedì sarà il giorno dell'APE, il ben noto acronimo per Anticipo PEnsionistico da mesi al centro delle discussioni a proposito di previdenza sociale. Vediamone nel dettaglio i caratteri salienti.

Definizione

L'anticipo in questione consiste nella deduzione di tre anni dalla data del previsto pensionamento al prezzo di una decurtazione attuata sull'importo dell'assegno tanto maggiore quanto maggiore sarà l'anticipo richiesto.

A garantire l'operazione saranno banche e assicurazioni, le quali si impegneranno a erogarlo – con l'INPS a fare da mediatore – sotto forma di prestito. A questo proposito, è importante sottolineare che l'anticipo dovrà essere restituito a rate non appena raggiunto il requisito di vecchiaia.

Data la complessità, è probabile che l'APE trovi scarso accoglimento tra le rappresentanze dei lavoratori. Stando ai primi animi trapelati da casa CGIL, il sistema pensionistico andrebbe sì riformato, ma non si ritiene che quella dell'introduzione di un mero prestito bancario quale "contentino" per i lavoratori in difficoltà sia la strada giusta da intraprendere.

Lavoratori precoci

D'altra parte, richiesta a gran voce è l'eliminazione delle penalizzazioni in fatto di flessibilità e il riconoscimento, magari per mezzo della famigerata Quota 41, dei lavoratori precoci.

A dipanare la questione l'intervento del presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano recante la concreta possibilità, per coloro che abbiano raggiunto quota quarantun'anni di contributi, di accedere precocemente alla pensione. Citata da Damiano anche una prevista rivalutazione delle Pensioni più basse, uno degli annosi argomenti che – promette – non si intende lasciare nuovamente per ultimo.

Punto fondamentale del disegno anche l'Opzione donna, prepensionamento il cui ammontare sarebbe calcolato mediante metodo contributivo.

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