Quello della riscrittura della famigerata riforma Pensioni continua a essere tema caldo dell'ultimo periodo, così come il capitolo APE è apparentemente duro a concludersi. Nel corso dell'ennesimo tavolo Governo-sindacati tenutosi nel pomeriggio di martedì non hanno di fatto trovato spazio alcune delle questioni che più a cuore stanno alle minoranze, decisamente diffidenti nei confronti della nuova manovra proposta dall'Esecutivo.

Le particolari categorie di esodati, precoci e usurati, da tempo impegnate nella corsa al riconoscimento di quella serie infinita di diritti disattesi ben delineata da Cesare Damiano, si sono visti ancora una volta ignorati da entrambe le parti. Nessun accenno a Quota 41 e cancellazione delle penalizzazioni; niente riferimenti alla crociata del Presidente della Commissione Lavoro della Camera che garantirebbe finalmente ai precoci la possibilità di accedere alla pensione dopo il sudato raggiungimento di quarantun'anni di contributi.

L'anticipo come unica opzione

È quasi ufficiale, allora: il tanto dibattuto anticipo o prestito pensionistico sarà il primo, fondamentale punto della prossima Riforma.

Sebbene siano ancora molti i nodi da sciogliere, i fautori della soluzione Nannicini e Poletti si dicono pronti a introdurre l'APE già il prossimo autunno. Ancora in trattativa è invece l'ipotesi estensione della no tax area al di sopra degli 8.000 euro proposta da CGIL, CISL e UIL. Come è facile intuire, un tale provvedimento sarebbe tutto a vantaggio del percipiente, meno sottoposto a pressione fiscale e con un assegno notevolmente rimpolpato. Sappiamo bene come il nostro Paese spicchi in Europa per l'altezza complessiva dell'ammontare delle tasse, con percentuali di gran lunga più ampie rispetto a quelle della media comunitaria (21% contro 12%).

Un piano del genere restituirebbe non solo ai pensionati maggiore potere d'acquisto, ma farebbe da scudo nei confronti di quella spada di Damocle del fisco che da tempo grava sulle pensioni minime. Per ulteriori aggiornamenti, clicca sul tasto "Segui" accanto alla firma.