"Finora non ci è stata presentata alcuna proposta ufficiale": lo afferma Vera Lamonica parlando in rappresentanza del sindacato Cgil, durante un intervento tenutosi nella giornata di ieri a Radio Articolo 1. La sindacalista ha spiegato che il confronto con il Governo ha finora portato all'attenzione dei decisori pubblici le rivendicazioni ad opera della piattaforma unitaria, con la richiesta primaria di arrivare ad un superamento dei requisiti decisi nel 2011 con la Manovra Fornero.
D'altra parte, il tema della flessibilità in uscita è stato al centro delle richieste avanzate dalla Cgil assieme a Cisl e Uil, sebbene le rivendicazioni puntino anche a permettere la quiescenza ai lavoratori precoci con 41 anni di contribuzione. Resta però il fatto che un riscontro chiaro dall'esecutivo tardi ancora ad arrivare: "su tutto questo non abbiamo avuto risposte", ha rimarcato Lamonica durante l'intervista radiofonica.
Pensioni anticipate e uscite flessibili: la posizione dei sindacati
Entrando nel merito del meccanismo allo studio dal Governo, sorgono tutte le differenze che ancora distanziano la bozza di riforma rispetto ai desiderata di sindacati e lavoratori.
"Ci attendiamo una proposta di mutuo, cioè [...] un prestito con il sistema bancario e assicurativo". Ma a tal proposito Vera Lamonica sottolinea tutta la propria contrarietà, spiegando che "è un'operazione che non ci piace, perché è inaccettabile il meccanismo di far pagare un quarto del valore della pensione a chi va via prima involontariamente". Preoccupazione espressa nonostante l'intenzione manifestata dal Governo rispetto ad una possibile distinzione sull'addebito della rata in favore di chi sta vivendo situazioni di disagio, ma anche su questo punto il sindacato ribadisce che ancora non è stato chiarito in quale modo si intenda davvero agire.
Riforma pensioni 2016: serve un confronto sulle risorse a disposizione
Altro nodo sul quale Vera Lamonica pone l'attenzione è quello delle risorse che dovranno essere destinate ai pensionamenti. "Il Governo ha sempre detto che da questo confronto auspica delle soluzioni condivise, ma non ha messo sul tavolo alcuna risorsa a disposizione". Per la sindacalista, anche l'Ape nelle intenzioni dei decisori pubblici potrebbe alla fine risultare un intervento sul sistema previdenziale "a costo zero", con il rischio che vada a gravare ancora una volta sulle spalle dei lavoratori. Da qui il monito in arrivo dalla Cgil, che invita a non insistere su questa strada, per iniziare a discutere davvero sulle questioni strutturali provocate dalla Riforma Fornero.
Diversamente, la sindacalista ritiene "ovvio che non si è trattato di un confronto vero, ma di un tavolo finto".
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