È arrivata la decisione della Corte Costituzionale in merito al prelievo di solidarietà deciso dal Governo Letta sulle Pensioni da 14 a oltre 30 volte l'assegno minimo erogato dall'Inps. Secondo la sentenza emessa dalla Consulta, i ricorsi presentati sono da ritenersi illegittimi perché non vi è alcun impedimento di incostituzionalità rispetto all'applicazione del contributo di solidarietà, visto che lo stesso "rispetta il principio di progressività".

In base a quanto stabilito dai giudici, il prelievo è da considerarsi valido anche se comporta un sacrificio da parte dei pensionati colpiti, visto che non possiede una natura tributaria ma solidaristica. A conferma di ciò vi sarebbe anche il fatto che le risorse raccolte con il prelievo sono state destinate a restare all'interno del circuito previdenziale, un fatto in grado di dimostrare che l'obiettivo della norma non consiste nel fare cassa quanto piuttosto nel riequilibrare il sistema previdenziale verso una direzione di maggiore equità.

Pensioni e prelievo di solidarietà: il commento dell'On. Giacobbe

"È una buona notizia" ha affermato l'On. Anna Giacobbe, spiegando che la posizione assunta dalla Consulta "conferma che c'è modo (e il modo è questo, cioè un tetto oltre il quale intervenire con una trattenuta) per chiedere a chi ha pensioni alte di cedere una parte del proprio reddito, se viene usato a fini di solidarietà con altri pensionati". Secondo la Parlamentare della Commissione lavoro alla Camera "è questo lo strumento che serve anche per tagliare i vitalizi che vanno oltre un certo importo, per quanto riguarda i trattamenti già in essere". L'esponente Dem ricorda infine che "per chi è arrivato ora in Parlamento i vitalizi già non esistono più, ma credo sia giusto fare modo, definitivamente, che questo nostro lavoro produca una pensione calcolata con le stesse regole e con gli stessi strumenti che valgono per tutti".

L'impatto della decisione in arrivo dalla Consulta

Stante la situazione, appare evidente che la decisione della Consulta si presta ad essere un importante precedente per una riorganizzazione del sistema previdenziale verso maggiore equità e solidarietà. La Corte Costituzionale ha infatti confermato che interventi simili a quelli portati avanti dal Governo Letta rientrano a pieno titolo nelle prerogative dei legislatori, risultando quindi compatibili con gli articoli numero 81 e 97 della Costituzione. L'impostazione normativa della legge risalente al 2013 è apparsa in grado di superare i dubbi di legittimità sollevati da norme similari previste nel 2011 con la Manovra del Governo Monti, ma in quel caso l'applicazione del prelievo era destinata ai soli pensionati attraverso un'impostazione tributaria e strutturale.

La decisione della consulta conferma invece che il prelievo è giustificabile se risulta progressivo, sostenibile, dovuto a fattori eccezionali di crisi economica ed a necessità di riequilibrio, nonché con una destinazione delle somme raccolte in favore di coloro che vivono situazioni di disagio all'interno dello stesso circuito previdenziale.

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