Aggiorniamo i nostri lettori in merito ad un aspetto della previdenzamolto discusso, ovvero l'imposizione di un contributo di solidarietà sulle c.d. pensioni d'oro. La Corte Costituzionale è infatti chiamata ad esprimersi nuovamente in merito all'argomento, con riferimento all'intervento deciso ormai due anni fa dal Governo Letta sugli assegni a partire da 91mila euro. Per questi soggetti è stato previsto un contributo aggiuntivo a partire dal 6%, ma che poteva arrivare al 12% per gli assegni superiori ai 130mila euro ed al 18% per le cifre eccedenti i 195mila euro.
Sul provvedimento si sono però aperte le rivendicazioni dei ricorrenti, che hanno prodotto otto ordinanze da parte della Corte dei Conti e della Commissione giurisdizionale della Camera. A tutti gli effetti lo scontro tra le diverse posizioni si rivela importante non solo per l'impatto di breve termine, ma anche per gli effetti che l'interpretazione della Corte Costituzionale può produrre nelle future azioni legislative di Governo e Parlamento.
Pensioni d'oro e prelievo di solidarietà: le ragioni dei ricorrenti
Stante la situazione, ad onor di cronaca bisogna ricordare che i ricorrenti ritengono l'imposizione di un contributo di solidarietà sulle Pensioni d'oro contrario al principio costituzionale di uguaglianza sancito dall'articolo n.
3 della Carta Costituzionale. Ma rimostranze riguarderebbero anche altri principi già previsti dal nostro ordinamento, come quello legato alla tutela dei lavoratori (art. n. 38). Di parere opposto sarebbero invece l'Avvocatura dello Stato e l'istituto di pubblica previdenza, che respingono le tesi ritenendo le motivazioni prodotte non conformi o non sufficientemente solide per sostenere una simile posizione sull'argomento.
Basti pensare al fatto che il principio di merito con cui il Governo Letta ha portato avanti l'idea del contributo di solidarietà appare proprio di stamposolidaristico, perciò lontano e per alcuniaspetti opposto rispetto al semplice tentativo di "fare cassa" sui pensionati,in quanto mira a distribuire le risorse raccolte in favore dei più deboli (destinando ad esempio una parte degli introiti al fondo esodati).
Riforma pensioni, cosa deciderà la Consulta?
Sulla base di quanto vi abbiamo appena riportato, cresce la probabilità che sul tema dei contributi di solidarietà applicati allepensioni d'oro si possa arrivare ad un vero e proprio redde rationem. Come già anticipato, la decisione della Consulta potrebbe avere un impatto notevole sulla libertà di manovra dei decisori pubblicinel porre in essere provvedimenti di riequilibrio orizzontali riguardanti l'erogazione delle pensioni pubbliche. Per capire come andrà davvero a finire bisogneràattendere la sentenza della Corte Costituzione. Resta certo che la decisione produrrà un importante precedente in merito al tema della riforma previdenziale e della pratica tributaria che la riguarda.
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