In un periodo particolare per le Pensioni, in cui l’attenzione dell’opinione pubblica è concentrata sulle modifiche all’attuale sistema previdenziale, la notizia pubblicata oggi dal quotidiano “La Stampa” farà storcere il naso a più di qualcuno. Oltre 5 milioni di euro sarebbero stati erogati come pensione sociale, a diversi soggetti stranieri che non sono residenti in Italia. Sarà la facilità con cui si danno le pensioni a soggetti stranieri, saranno gli scarsi controlli che vengono fatti dall’Inps, ma fatto sta che in un periodo in cui qualsiasi proposta di concedere sconti e anticipi alle pensioni degli italiani si scontrano contro il problema delle coperture finanziarie, questi sperperi sembrano assurdi.

La storia proviene dalla Puglia

La Guardia di Finanza di Bari ha portato a termine una operazione chiamata “Eldorado” ed ha scoperto una truffa ai danni del nostro Istituto di Previdenza Sociale per oltre 5 milioni di euro. Infatti, 174 ultrasessantacinquenni di nazionalità diverse dalla nostra, che però risultavano residenti in Italia, hanno percepito per anni 450 euro al mese o giù di lì, come assegno sociale. Si tratta della pensione erogata per raggiunto limite di età senza contributi versati. Dall’indagine è venuto fuori che questi signori erano tornati nei loro paesi di origine, solo che continuavano a percepire soldi dalla nostra derelitta previdenza sociale.

A Bari, Barletta, Andria e Trani erano concentrate le residenze di questi soggetti che adesso sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza. Per i dettagli dell’operazione e sugli sviluppi è stata indetta una conferenza stampa per oggi 7 luglio nella quale se ne saprà di più.

Ed ai lavoratori italiani poco o niente?

La flessibilità in uscita è un autentico miraggio, almeno per quella proposta dai vari Boeri, Damiano e chi per loro. Non ci sono soldi, mancano le coperture finanziarie per provvedere a concedere l’uscita anticipata ai lavoratori. Stesso discorso per quota 41, questo nonostante i lavoratori interessati, i cosiddetti precoci, in 41 anni di servizio probabilmente hanno pagato già molti contributi, ma nonostante tutto non gli si può concedere il meritato riposo.

La petizione da 50mila firme a favore del DDL 857 che ieri è stata oggetto della conferenza stampa di Damiano alla Camera, ha rimarcato l'urgenza di concedere la quota 41 a chi ha iniziato a lavorare molto giovane.

Molte le persone che ritengono di aver lavorato abbastanza per una meritata quiescenza. Invece, siamo sempre alle solite, anche con tutte le aperture del caso, dal Governo, per via delle coperture economiche, niente può essere fatto. L’unica via è l’APE, l’anticipo pensionistico del Governo, versione di flessibilità con soldi erogati da una banca, in prestito ai lavoratori, i quali dovranno restituirli quando andranno davvero in pensione. Ecco le problematiche del sistema previdenziale italiano, almeno quelle di cui più si parla.

Per questo notizie come quelle che provengono dalla Puglia lasciano un po’ straniti. L’assegno sociale erogato agli italiani, è collegato alla situazione reddituale del pensionato che ne determina l’importo. Bisogna versare in condizioni di disagio reddituale per percepirlo, avere poche cose intestate, altrimenti, sempre se lo si percepisce, se ne prende uno ridotto. Per gli stranieri invece, che sicuramente non hanno redditi tali da impedirne l’incasso per l’intero ammontare, questa problematica non c’è. Ecco perché nell’inchiesta pugliese, gli importi mensili per questi falsi residenti erano interi, cioè di quasi 450 euro al mese.