Come ampiamente dibattuto nei giorni scorsi, a partire dall'entrata in vigore della prossima riforma Pensioni gli "over 63" saranno agevolati nella loro uscita dal mondo del lavoro. I lavoratori nati tra il 1951 e il 1953 potranno infatti usufruire dell'opzione APe per accedere precocemente all'assegno pensionistico. Di fatto, l'APe non è altro che un prestito previdenziale assimilabile a un vero e proprio mutuo con tanto di assicurazione in caso di premorienza.
Sebbene l'anticipo rappresenti il fulcro della nuova Riforma, i provvedimenti in vista per l'autunno sono tanti quasi quanti sono i nodi ancora da sciogliere.
Riforma Pensioni, incertezze sui contenuti
Mentre l'introduzione dell'APe è ormai data per certa, le parti chiamate a decidere serbano ancora dubbi a proposito dell'ammontare della dote da riservare alle misure minori in cantiere per precoci e impiegati in lavori usuranti. Dal canto loro, i sindacati chiedono almeno 2 miliardi e mezzo per le categorie sopracitate, mentre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nannicini frena e ne offre poco più della metà.
Più nel dettaglio, le "misure minori" in questione non sarebbero altro che quattordicesima per le pensioni minime e bonus per i precoci. Nessuna traccia della famigerata Quota 41, per l'ennesima volta scartata dal Governo a scapito della categoria. Per bocca dello stesso Sottosegretario, non sarà possibile rispondere a ogni richiesta: "I punti da discutere sono molti, e accontentare tutti ci costerebbe uno sforzo finanziario per il momento insostenibile". Intervenendo a un seminario organizzato nell'ambito del progetto di "Sinistra è cambiamento", Nannicini si è detto comunque ottimista: "La nostra intenzione è quella di disegnare un quadro definito entro la fine dell'estate. Prevediamo di avere già a settembre qualcosa da firmare e da far sottoscrivere ai sindacati. Certamente dovremo accelerare".
Per ulteriori aggiornamenti, clicca sul tasto "Segui" accanto alla firma. Se la news ti è piaciuta, condividila sui social!