Proseguono le prese di posizione dei sindacati in merito alla questione della flessibilità previdenziale. Dopo le dichiarazioni che vi abbiamo riportato nel nostro articolo di ieri da parte di Annamaria Furlan della Cisl, oggi riprendiamo il nuovo intervento sul tema ad opera di Domenico Proietti della Uil. Secondo il rappresentante dei lavoratori, all'interno della Manovra di prossima discussione in Parlamento sarà importante sostenere in modo forte la ripresa dell'economia attraverso il sostegno a nuovi provvedimenti di equità sociale.
L'obiettivo è quindi quello di intervenire in favore "delle Pensioni in essere, del rinnovo dei contratti (a cominciare da quelli pubblici), ed eliminando tutte le ingiustizie del sistema previdenziale". Un'indicazione che sembra correre in parallelo con quella fornita dalla Segretaria Generale della Cisl e che collega il rilancio dell'economia al riavvio della staffetta generazionale ed al sostegno dei redditi più bassi, in modo da far ripartire i consumi interni al Paese.
Riforma pensioni: è importante ricordare i soggetti più deboli
Stante la situazione, la richiesta della Uil in merito alle nuove azioni di tutela che saranno attuate dal Governo riguarda i lavoratori in età avanzata ed i disoccupati che si sono trovati improvvisamente senza la possibilità di accedere all'Inps, oppure con una dilatazione importante dei tempi di uscita.
"In particolare, vanno affrontati i temi dei lavori usuranti, dei lavoratori precoci e delle ricongiunzioni onerose", ha ricordato Proietti. Lo strumento per riuscirci è quello in discussione attraverso la piattaforma unitaria dei sindacati, ovvero la creazione di "una reale flessibilità di accesso all'età pensionistica". Proprio sul confronto con il Governo l'esponente della Uil ha commentato come utile il lavoro svolto nelle scorse settimane, seppure non è mancato un monito in merito al rientro dopo la pausa estiva: "adesso servono scelte coerenti e coraggiose".
Pensioni Inps, serve un cambio di rotta nelle politiche sociali
Nel frattempo la Uil ha denunciato attraverso alcuni recenti report i tagli che sono stati effettuati sul comparto previdenziale, una situazione che evidentemente è andata non solo a discapito di chi era già in pensione, ma anche dei lavoratori in età avanzata che stavano maturando il diritto alla quiescenza.
I numeri parlano di risparmi entro il 2050 superiori ai 900 miliardi di euro, mentre a lato vi sono le risorse inserite attraverso apposite leggi all'interno di fondi a sostegno delle politiche sociali ed utilizzati per altre incombenze. Si va dal fondo di sostegno alle politiche sociali e familiari per le lavoratrici alle risorse che giacciono inutilizzate per il fondo dei lavoratori che svolgono attività usuranti. In numerosi casi le poste sono state destinate a scopi differenti a quelli per i quali ne è stato previsto l'accantonamento, pertanto i sindacati chiedono di tornare ad utilizzarli in favore degli indirizzi originari e per l'attuazione di provvedimenti di tutela per il comparto previdenziale.
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