Raddoppiare la platea delle persone che ricevono la quattordicesima mensilità: è questo l'obiettivo che il Governo si pone al fianco del tanto discusso anticipo pensionistico (conosciuto ormai con l'acronimo di APE). Una misura che potrebbe garantire di raggiungere contemporaneamente diversi obiettivi. Da un lato si tratta di rispondere alle richieste di welfare previdenziale avanzate ormai da tempo dai sindacati.
Dall'altro di garantire una migliore distribuzione delle risorse in capo all'Inps, anche considerando che l'Italia è ancora indietro in merito alle politiche di sostegno ai redditi bassi e di lotta alla povertà, rispetto a quanto non avviene mediamente negli altri Paesi europei. D'altro canto, i potenziali beneficiari della misura sono persone che hanno un reddito pensionistico annuo stimato attorno alle 10.000 euro e che si trovano a dover far fronte alle incombenze della vecchiaia con meno di mille euro nette al mese.
Il costo complessivo dell'intervento è stimato attorno al miliardo di euro, una cifra che appare sostenibile ma che deve fare i conti con le poste richieste dagli altri interventi di flessibilità da attuare nel comparto previdenziale.
Riforma pensioni e assegni bassi: si punta anche all'incremento della no tax area
Accanto all'estensione della quattordicesima mensilità alle Pensioni inferiori alle 10mila euro annue il Governo avrebbe allo studio anche degli sgravi fiscali da destinare ai pensionati con redditi bassi. Si tratta di un ritocco alla no tax area, con la sua equiparazione a quella dei lavoratori dipendenti. In questo modo, l'area di detassazione arriverà a circa 8000 euro annui, garantendo dalle 50 € alle 100 € in più al mese per i pensionati che risultano destinatari della misura.
Ma un ritocco alla no-tax area avrebbe un effetto anche per chi percepisce importi superiori, vista la natura del calcolo delle detrazioni forfettarie applicate nella determinazione dell'Irpef. Mentre sullo sfondo il provvedimento potrebbe andare in favore dei tanti lavoratori che attendono di ottenere l'agognata quiescenza, considerando le misure di pensionamento anticipato attualmente allo studio.
Pensioni e flessibilità 2016-17: resta da sciogliere il nodo delle risorse
Stante la situazione appena descritta, è chiaro che il perimetro degli interventi che il Governo riuscirà effettivamente a realizzare appare comunque ristretto. A fare da spartiacque tra una Manovra di ampie vedute ed un intervento al ribasso rispetto alle aspettative iniziali di lavoratori e pensionati vi sono le condizioni in peggioramento del difficile quadro macroeconomico.
Mentre l'altro fronte ancora aperto è quello con l'Unione Europea, dalla quale ci si attende una maggiore apertura alla flessibilità, anche considerando le numerose riforme su lavoro e previdenza avviate negli scorsi anni. Che la situazione resti però incorniciata all'interno di un quadro di forte incertezza lo dimostrano i continui rinvii alla determinazione delle risorse da stanziare per il pacchetto previdenza. Un quadro che dovrà necessariamente sciogliersi nelle prossime settimane, visto che il tempo per l'avvio delle discussioni parlamentari sulla LdS 2017 sta per scadere.
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