"Non si può dire adesso quale sarà la dimensione dell'intervento. Certamente vogliamo sostenere le Pensioni minime, varare l'Ape e risolvere la questione delle ricongiunzioni onerose, è una questione di equità". È questa l'ultima posizione espressa dal Governo in merito alla contrattazione sulla prossima riforma previdenziale, sulla base delle dichiarazionirilasciate dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti. Le aspettative dei lavoratori restano elevate, ma dall'esecutivo finora è stato chiarito solo un generico impegno verso le questioni sociali, senza che questo si sia tradotto in cifre e stanziamenti.
Il problema appare di non poco conto, visto che la coperta è corta mentre i dati macroeconomici in arrivo sembrano indicare un nuovo rallentamento dell'economia. "La decisione su dove mettere le risorse sarà presa dal Consiglio dei Ministri, cercando un punto di equilibrio" specifica Poletti, ma è la qualità del compromesso da raggiungere a preoccupare i sindacati ed in ultima istanza i lavoratori. Le richieste sono per lo stanziamento di coperture da almeno 2,5 miliardi di euro, mentre i segnali in arrivo dai tecnici al riguardo sono stati finora contrastanti.
Riforma pensioni e flessibilità: la doppia partita in Italia ed in UE
Il Governo ha dunque preso tempo, anche perché la partita della flessibilità si sta giocando contemporaneamente su due diversi fronti.
Da un lato c'è quello interno, con le richieste relative al welfare previdenziale e agli interventi sul lavoro, al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego e all'avvio dei pensionamenti anticipati. Dall'altro lato vi è la partita in corso in Europa, con un braccio di ferro con i tecnici degli istituti internazionali. L'Italia chiede di accompagnare alle riforme strutturali la possibilità di avere maggiore libertà nella gestione dei conti, mentre l'UE ritiene possibile attuareinterventi di flessibilità solo se questi risultano "una tantum".
Una posizione recentemente etichettata dal Viceministro dell'Economia Morando come "inaccettabile".
Previdenza e welfare: decisivi i prossimi incontri con i sindacati
Nel frattempo le date dei prossimi confronti con i sindacati si avvicinano inesorabilmente: i primi incontri sono fissati per il 6 e 7 settembre, mentre il 12/09 dovrebbe essere chiarito definitivamente il piano per l'anticipo pensionistico (APE).Vi sono poi da pianificare le altre misure di welfare in favore dei pensionati con redditi bassi: allargamento della notax area con equiparazione a quella dei lavoratori dipendenti ed estensione della della 14ma mensilità.
Per fine ottobre la proposta di riforma delle pensioni dovrà essere definitivamente chiusa, in modo dapoter essere inserita all'interno della prossima legge di stabilità. Fino ad allora è probabile chela discussione si protragga nel tempo, anche perché le risorse a disposizione potrebbero subire variazioni notevoli sulla base delle possibili aperture in arrivo dall'Europa e dell'andamento dell'economia.Le attesedei lavoratori risultano peròelevate, tanto che difficilmente i sindacati potranno accettare una nuova proposta di riforma previdenziale al ribasso o che non garantisca un intervento definitivo sui problemi dei lavoratori in attesa di salvaguardie.
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