Le ultimissime novità al 12 settembre 2016 sulle Pensioni precoci giungono dalle prime indiscrezioni che emergono dalle testate giornalistiche in vista dell'importante incontro di oggi tra Governo e Sindacati. I lavoratori sono in fermento, da questa sera si dovrebbe iniziare a capire se la Quota 41 potrebbe vedere la luce e soprattutto chi potrebbe rientrarvi. Le ultime indiscrezioni spaziano dal bonus contributivo alla quota 41 per quanti hanno iniziato a lavorare tra i 14-18 anni.

La platea dei precoci sarebbe dunque ridotta e vi rientrerebbero infine solo i precoci 'veri', vediamo in dettaglio quali potrebbero essere le ipotesi allo studio. 

Novità pensioni precoci al 12 settembre: sindacati in lotta per quota 41, Governo sterza su bonus?

Le ultime indiscrezioni confermerebbero l'ipotesi del bonus contributivo da 4/6 mesi per ogni anno lavorato in regola prima della maggiore età, vi è chi parla di bonus che a conti fatti porterebbero i precoci 'veri' vicino alla loro richiesta di quota 41. Certo la platea sarebbe ridotta, resterebbero fuori quanti pur avendo oggi maturato 41 anni di contributi hanno iniziato a lavorare dalla maggiore età o tutti coloro che pur avendo lavorato tra i 14 e i 18 anni non hanno avuto la fortuna di vedersi versati i contributi dai propri datori di lavoro.

Proietti (Uil) insiste sul fatto che 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica e dall'età a cui si è iniziato a lavorare, sono già moltissimi e che dunque la quota 41 debba essere concessa a tutti i lavoratori che la richiedono da tempo, come cita il Ddl 857 di Cesare Damiano. 

Lavoratori precoci in ansia, passerà la quota 41?

I lavoratori temono che alla fine il Governo possa 'sterzare' sul bonus contributivo per puntare al risparmio, riducendo ampliamente la platea di quanti potrebbero usufruire di questa misura pro precoci. Facendo così, dicono, si creerebbe malcontento nel gruppo, alcuni arriverebbero al risultato ed altri pur avendo 41 anni di contributi versati si ritroverebbero a dover lavorare, per poter accedere alla pensione, ancora 1 anno e 10 mesi se uomini, e 10 mesi se donne.

Pensioni novità oggi 12 settembre, oltre al bonus e alla quota 41, l'alternativa resta l'APE: quanto costa?

Altra ipotesi allo studio del Governo resta l'APE, assegno pensionistico anticipato, che per nulla convince i precoci che se la ritroverebbero come alternativa, qualora restassero esclusi dai bonus. Le prime stime sui costi a carico dei pensionandi parlano di cifre pari a zero per quanti con pensione sui 1000 euro al mese sono meritevoli di tutela: disoccupati, mestieri usuranti, invalidi.  L'APE sarebbe gratuita, dunque, per determinate categorie di lavoratori, per gli altri, spiega Nannicini, vi sarebbe un costo fisso variabile a seconda degli anni di anticipo. "Per chi lavora, un anno di anticipo gli costerà una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 a 200 euro al mese".

Per chiudere la partita tra Governo e precoci oltre all'incontro di oggi resta sempre fissato quello, in cui i lavoratori si giocheranno il tutto per tutto, con Nannicini fissato il prossimo 14 settembre alle 14:30. Non resta che augurare loro in bocca al lupo e confidare che qualcosa si muova nella giusta direzione.