I conti vengono sempre al pettine. Quando Monti si insediò nel 2011 il tasso di disoccupazione era del 9,3% mentre oggi siamo arrivati al 11,5%. La legge Fornero, creata ad arte per cercare di stabilizzare i conti pubblici che erano in sofferenza, ha procrastinato di fatto l'andata in quiescenza di tantissimi lavoratori. Quindi se da un lato i giovani soffrono questa situazione perché non trovano una occupazione dall'altro il governo ha tenuto i conti in ordine.
Ma i lavoratori che dopo i 40 anni, all'approssimarsi della pensione, reclamano i propri diritti fino a quando potranno essere soddisfatti dall'assegno pensionistico ? Si, perché adesso aleggia un altro problema. La previsione è che da qui al 2050 si arriverà ad una popolazione attiva che passerà dai 35 ai 24 milioni di lavoratori. Quindi la manovra Fornero, che ha attualmente blindato le baby Pensioni, in futuro potrebbe non essere sufficiente a causa delle nuove prospettive di vita. Il ricambio generazionale non riuscirà a coprire il monte pensionati.
L'APE
E adesso il governo, sempre alla ricerca di soluzioni che non gravino ulteriormente sui conti pubblici, si è inventato l'APE, cioè il prestito pensionistico che i lavoratori potranno sottoscrivere per poter andare in pensione da 1 a 3 anni prima.
I conti li farà l'Inps che formulerà l'importo dell'assegno calcolando il prestito a cui verranno aggiunti i costi assicurativi ventennali. Il rimborso potrebbe essere abbattuto se si tiene conto dei fondi negoziali per chi aderisce alla rendita integrativa temporanea anticipata (RITA). In realtà, a parte chi vuole volontariamente anticipare l'uscita, saranno i più disagiati e i disoccupati che usufruiranno di questa "agevolazione ". Ci sarà comunque un costo per chi supererà i 1500 euro lordi. I costi dello Stato si riassumano tra i 5-600 milioni di euro per 20 anni. Un costo diluito nel tempo che graverà poco sulle casse dello Stato ma che potrebbe garantire un ricambio generazionale. Ma siamo sicuri che realmente i lavoratori aderiscano a questa nuova formula pensionistica?
I lavoratori precoci a più riprese stanno reclamando la quota 41 e non sanno cosa farsene di questa soluzione. E non tutti ricordano che la spesa pensionistica italiana è l'equivalente della previdenza e dell'assistenza mentre negli altri paesi europei questo non avviene.