Il nostro paese vanta il record europeo per la spesa pensionistica rispetto al Pil (16,5%). Dopo la legge Fornero sono state varate alcune opzioni di anticipo. Adesso sta arrivando l'APE che dovrebbe assicurare una maggiore flessibilità e più posti di lavoro ai giovani. L'Ape dovrebbe garantire, secondo le intenzioni del governo, un maggiore equilibrio senza pesare sui conti pubblici. La base dei lavoratori non è però convinta da questa proposta pensionistica perché il criterio di anticipare la pensione pagando un prestito pensionistico crea forti malumori.

In Germania è possibile andare in pensione a 35 anni di contributi e con 63 anni di etàma, per ogni anno di anticipo, si paga il 3,6% sull'assegno pensionistico. Sempre in Germania le donne, che sono nate prima del 1952, hanno avuto la possibilità di andare in pensione con 15 anni di contributi a partire dai 60 anni. Il pensionamento anticipato è valido anche per i disoccupati che però abbiano raggiunto i 63 anni di età.

Quanti sono i paesi che favoriscono la flessibilità pensionistica

In Europa sono 23 i paesi che hanno scelto di anticipare la pensione. Questa formula però non è prevista in Gran Bretagna, Svezia e Olanda, tre paesi che sono ai primi posti come welfare. Alcuni paesi hanno scelto di aumentare il periodo contributivo mentre altri, come l'Italia, hanno scelto di considerare l'aspettativa di vita che è legata all'anticipo pensionistico.

L'invecchiamento della popolazione minaccia la sostenibilità del sistema Pensioni e, per questo motivo, i governi vorrebbero favorire l'aumento della vita lavorativa. In Francia si è scelto di decurtare del 5% l'assegno pensionistico per ogni anno di anticipo e di aumentare, sempre del 5%, a chi per ogni anno di lavoro decide di rimanere.

In Italia oggi per andare in pensione anticipatamente bisogna avere 42 anni e 10 mesi di contributi mentre in Germania, per gli autonomi, occorrono 45 anni. Il governo tedesco ha stabilito che l'età pensionabile a 67 anni è prevista per il 2027.