Novità sul rinnovo dei contratti degli statali e degli aumenti connessi alle retribuzioni degli impiegati pubblici sono trapelate nella giornata di ieri, 31 agosto 2016, in occasione del confronto tra il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia e Susanna Camusso, leader della Cgil in occasione della festa de l'Unità di Catania.

Nella giornata di oggi, invece, sarà presente anche il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini e, probabilmente, le ipotesi di sblocco dei contratti degli statali conseguenti alla riforma della Pubblica amministrazione, verranno approfondite. 

Sblocco contratto 2016: aumenti in busta paga, ma non a tutti gli statali

Seppur le risorse stanziate finora dal Governo Renzi per rinnovare i contratti del pubblico impiego risultano largamente insufficienti, il ministro Madia ha confermato che gli aumenti in busta paga riguarderanno gli impiegati che percepiscono redditi non elevati. "Certamente, chi guadagna duecentoventimila euro all'anno - ha affermato la Madia - potrà 'saltare' il giro ed attendere il prossimo rinnovo per vedersi aumentare lo stipendio".

Pertanto, gli incrementi delle retribuzioni saranno riservati a chi guadagna entro un certo limite di reddito ed il personale Scuola, con i livelli di stipendio percepiti, dovrebbe beneficiarne in blocco. Secondo i dati pubblicati qualche mese fa dalla Ragioneria dello Stato, infatti, la media annua dei redditi dei docenti e degli impiegati amministrativo, tecnici e ausiliari si attesta intorno ai 30 mila euro, mentre quella dei dirigenti scolastici non va oltre i 55/60 mila euro. 

Rinnovo contratti scuola 2016: quanto percepiranno in più docenti e Ata?

Di fronte a questi dati, ed in considerazione del taglio degli stipendi causato dalla perdita di potere d'acquisto di questi ultimi sette anni di blocco del contratto, le cifre attese dal personale scuola e dai sindacati dovrebbe produrre uno sforzo del Governo Renzi pari ad almeno 2,5-3 miliardi di euro, solo per il comparto relativo alla scuola.

La cifra è ottenuta dal recupero del -9,6 per cento di perdita di stipendio medio dovuto all'inflazione dal 2009 ad oggi e dalla sottrazione dei circa 1.000 euro annuali conseguenti all'entrata in vigore del decreto datato 2013 che ha soppresso le utilità che determinavano gli scatti di anzianità. Sanando le perdite subite in questi anni di blocco e gli aumenti da decretare in base ai valori dell'Istat, i sindacati siederanno al tavolo di confronto con il Governo, previsto già per questo mese, chiedendo un aumento medio che va dai 132 ai 180 euro mensili.