Brutte notizie per gli statali sul fronte del rinnovo del contratto bloccato da sette anni e sulle possibilità di pensione anticipata Ape che sta per essere varata per il 2017 dal Governo Renzi. Le risorse stanziate nel documento bozza della legge di Bilancio del 2017 una decina di giorni fa e che attualmente sono all'esame della Comunità europea riducono, di fatto, le somme a favore del rinnovo del contratto degli impiegati pubblici perché dovranno coprire anche altri capitoli di spesa, primo tra tutti il bonus degli 80 euro che, nel 2016, è stato allargato anche alle forze dell'ordine.
Sblocco contratto statali 2016: aumenti ridotti degli stipendi in busta paga
Pertanto, per gli statali, le risorse che verranno iscritte nella legge di Bilancio 2017 saranno pari a un miliardo e quattrocento milioni di euro, cinquecento milioni in meno rispetto alle aspettative della vigilia.
Ma, da questa somma, occorrerà detrarre 900 milioni di euro che dovranno finanziare il bonus di 80 euro alle forze dell'ordine e le assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Per il rinnovo dei contratti, dunque, rimarranno appena cinquecento milioni ai quali andranno ad aggiungersi i trecento che erano già stati messi nei capitoli di spesa della legge di Stabilità 2016, ma ancora inutilizzati. Da rivedere, di conseguenza, anche i possibili calcoli degli aumenti degli stipendi degli statali: le ultime simulazioni, dividendo il totale delle risorse per più di tre milioni di lavoratori, davano un incremento delle retribuzioni di circa 20 euro mensili.
Statali, con la pensione anticipata di Renzi il Tfr solo alla vecchiaia
Sul capitolo delle nuove Pensioni anticipate di Renzi, invece, la novità iscritta nella bozza del disegno di legge è il limite minimo per la richiesta dell'anticipo pensionistico.
Occorrerà avere un mensile di almeno 730 euro per accedere all'Ape volontaria. Ma per gli statali ci sarà un paletto in più: infatti, come riportato dal Corriere della Sera di oggi, chi andrà in pensione anticipata si vedrà accreditare il Trattamento di fine rapporto (Tfr) non da subito, ma solo nel momento in cui maturerà la pensione di vecchiaia, ovvero al compimento dei 66 anni e sette mesi.