Nel corso dell'intervista rilasciata all'Ansa nei giorni scorsi, Elsa Fornero ha tenuto a ribadire la sua posizione circa le novità contenute nella prossima riforma Pensioni.
Più nello specifico, la professoressa piemontese si è detta contraria all'attuazione di APe e Quota 41 per via dei costi eccessivi che essa comporterebbe, senza contare che gran parte dei lavoratori ha accolto l'anticipo con estremo scetticismo, dichiarando di non avere intenzione di usufruirne nel breve periodo.
Fornero e Damiano si pronunciano sul tema pensioni precoci
In nome dell'austerità che ha caratterizzato il suo operato da ministro, Fornero ha detto "no" non solo all'anticipo, ma anche al provvedimento di cui lo stesso Damiano è fautore. A proposito di precoci, in particolare, non ha mancato di manifestare il suo disappunto verso l'ipotesi Quota 41, pur ammettendo la necessità di garantire un "alleggerimento dei requisiti" per il pensionamento dei lavoratori più penalizzati dalla stessa Legge che porta il suo nome.
Il rischio principale sarebbe quello di caricare eccessivamente il bilancio pubblico, assegnando agevolazioni a tutti indistintamente, senza tener conto del parametro reddituale.
Ancora, l'ex ministro Fornero ha ricordato come buona parte dei pensionandi abbia iniziato a lavorare intorno ai 16 anni, e che i grandi numeri renderebbero necessaria un'ulteriore "scrematura". Come sappiamo, una prima scissione è già avvenuta per quanto riguarda i lavoratori più svantaggiati della categoria (disoccupati, disabili, usuranti), gli unici a essere stati citati durante gli incontri nonché i soli destinatari dell'incentivo. Di fatto, ciò ha dato adito a una vera e propria spaccatura della categoria, tra i pochi "fortunati" che ne beneficeranno e chi si dice pronto a licenziarsi pur di rientrare nei requisiti.
Dal canto suo, l'attuale presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano pare aver abbandonato la crociata Quota 41 in favore di sporadici interventi sull'operato del Governo.
A proposito della Riforma, Damiano ha descritto come "improrogabile" l'apporto di una serie di modificazioni ai meccanismi burocratici dell'INPS, per far sì che la gestione delle imminenti novità legislative risulti rapida e semplificata.
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