Torniamo ad aggiornare le lettrici della nostra rubrica “Parola ai Comitati” intervistando Orietta Armiliato. Nella giornata di ieri è arrivato l’annuncio dell’apertura del “Comitato Opzione Donna Social”, che andrà ad operare dopo la chiusura del gruppo aperto nel 2014.
Partiamo proprio dal termine della precedente iniziativa: quali sono le sue considerazioni finali in merito al Comitato OD in via di chiusura?
Il Comitato Opzione Donna è e resterà unico nella storia dei Gruppi sorti nel tempo utilizzando i Social. Intanto è stato il primo ad occuparsi della questione così come è stato il primo a creare una diretta comunicazione con le istituzioni avvicinando gli esponenti dei dicasteri alle persone comuni; poi ha intentato, unica nel suo genere in Italia per la sua peculiarità, una Class Action partecipata da più di 700 donne, ha lavorato con competenza ed efficacia sempre rispettoso dei limiti imposti dalla buona educazione con senso civico e buon senso e, non da ultimo, ha creato quello spirito di genere che nel tempo si era un po' perso unendo le diversità per arrivare insieme al risultato.
In somma, un originale e gran bel lavoro quello del Comitato, impossibile da emulare e questa unicità ha fatto in modo che i risultati arrivassero, tutti; ovvero tutti quelli che soddisfano lo scopo per il quale era stato fondato.
A seguito della chiusura del precedente Comitato ha ritenuto opportuno avviarne uno nuovo, chiamato “Opzione Donna Social”. Può raccontarci quali saranno gli obiettivi generali del gruppo?
Sono stata per oltre due anni amministratrice e responsabile per la comunicazione del Comitato Opzione Donna e in questo lungo e formativo percorso ho imparato che, così come è ancora discriminante e sottovalutata la figura femminile nel mondo del lavoro, ancor più lo è riuscire ad uscirne da pensionate.
C'è bisogno di correggere errori interpretativi e del legislatore, c'è bisogno di creare equità e, con il Comitato Opzione Donna Social ci prefiggiamo, raccogliendo il testimone del comitato che ha iniziato il percorso, di provare ad aiutare noi stesse e le istituzioni a far sì che si attuino soluzioni previdenziali efficaci ed efficienti in considerazione di quello che le donne rappresentano sia in termini di welfare sia in termini di produttività. Opzione donna ha di fatto terminato la sua più che decennale sperimentazione ed i tempi sono maturi per altre forme di pensionamento anticipato delle quali si stanno disegnando i contorni; ecco, ci piacerebbe essere funzionali a riempire questi contorni di contenuti.
Chi meglio delle donne che sono "sul pezzo" lo potrebbe fare?
Quali sono invece, a suo parere, i capitoli più urgenti sui quali è necessario agire nel breve termine per la previdenza declinata al femminile?
Senza dubbio, anche alla luce delle situazioni che si stanno creando con l'elaborato dell'ultima Legge di Bilancio, la possibilità di cumulare i contributi delle diverse casse previdenziali anche per l'esercizio dell'Opzione Donna anche se va detto, ad onor del vero, che la LdB 2017 ha aperto la porta di quella auspicata flessibilità che sembrava murata ed insormontabile.
Infine, in termini di aspettative: cosa si aspetta dalle donne che parteciperanno all’iniziativa e cosa pensa che possano aspettarsi loro dal Comitato?
Impegno, onestà intellettuale, serietà e concretezza è quel che il Comitato mette in campo, in cambio chiede partecipazione di pensiero ed attiva nella consapevolezza che dalle sterili polemiche alle lamentele nulla può nascere se non lo scambio reciproco di "Kleenex" per asciugarsi naso e occhi.