E' arrivata martedì 14 febbraio la denuncia all'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, da parte dei lavoratori del progetto Lavor@bile, l'associazione che dal 2007 si occupa dell'inserimento lavorativo delle persone disabili. Al centro delle polemiche l'Aspal, l'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, accusata di discriminazione per il mancato rispetto delle disposizioni di legge in materia di collocamento di lavoratori disabili.

Secondo la Presidente dell'associazione, Ermelinda Delogu, ci sarebbe stata una vera e propria "esclusione da parte dell'Agenzia" la quale non avrebbe assunto questi lavoratori, privandoli di quello che la legge riconosce loro come diritto. Con la presentazione formale della denuncia, quello che viene chiesto è una verifica dell'operato del direttore generale dell'Agenzia direttamente alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all'Agenzia nazionale del Lavoro.

Ma cosa prevede la Legge 68/99 e quali sono le nuove disposizioni introdotte dal Dlgs 185/2016, correttivo del Jobs Act?

Come sappiamo, il Dlgs 185/2016, correggendo quanto disposto dal Jobs Act, ha modificato le regole disciplinanti l'assunzione di persone appartenenti alle categorie protette. Quello che si è voluto fare attraverso questo intervento, introducendo di nuovi obblighi e sanzioni, è stato tutelare ulteriormente i soggetti con ridotta capacità lavorativa impiegati sia nel settore pubblico che in quello privato.

Alla luce delle nuove disposizioni, quello che deve fare un'azienda che al suo interno impiega più di 15 unità è rispettare la cd. quota di riserva, la quale rappresenta il numero di lavoratori appartenenti alle categorie protette che l’impresa è tenuta ad assumere per legge. Essa varia a seconda dei casi, ma in generale si può affermare che:

  • nelle imprese con più di 50 dipendenti, il numero di lavoratori appartenenti alle categorie protette da impiegare è pari al 7% degli assunti;
  • nelle imprese che a loro interno impiegano un numero di lavoratori compresi fra le 36 e le 50 unità, invece, i lavoratori disabili da occupare sono minimo 2;
  • nelle imprese in cui il numero di assunti è compreso tra i 15 e i 35 dipendenti, in fine, deve essere impiegato almeno un lavoratore (fino al 2016 l'obbligo scattava solo in caso di nuove assunzione, dal 2017 sopra i 15 dipendenti il vincolo scatta sempre e in automatico).

Sul perché l'Aspal non abbia rispettato queste disposizioni interviene direttamente Temussi, il Direttore generale dell'Agenzia, che spiega: "Non esiste nessuna discriminazione" semplicemente perché i lavoratori al centro di questa protesta "non hanno la professionalità richiesta per essere assunti di diritto".

Secondo il Direttore, non sta a lui stabilire se queste persone debbano rientrare o meno ma alla legge, e il Consiglio Regionale, con le due leggi di stabilizzazione dei precari, non ha di fatto previsto l'inserimento dei lavoratori disabili in questione.