Si tratta di un dato allarmante quello che ci viene presentato da uno studio della Fondazione Visentini il quale sostiene che: "nel 2030 un ventenne impiegherà la bellezza di circa 28 anni per diventare economicamente autonomo". Ebbene si avete capito bene, per quanto riguarda l'equità intergenerazionale l'Italia si trova in penultima posizione, seguita solo dalla Grecia. Il costo che il nostro Stato è tenuto a pagare per quanto riguarda il sostentamento di tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano ne #lavorano ammonta a circa 32 miliardi.Detto in parole povere allo Stato Italiano costa di più mantenere queste risorse "non sfruttate" rispetto al pagamento delle spese necessarie al sostentamento dello Stato stesso.

Per risolvere quello che potrà diventare un problema di rilevanza nazionale si stanno vagliando numerose ipotesi, la più plausibile sarebbe quella di diminuire l'ammontare delle pensioni più "ricche" per ridistribuire il denaro all'interno della fascia più debole di cui sopra, questa soluzione però potrebbe portare alla creazione di numerosi contrasti, tra chi da una parte ha lavorato un'intera vita e vuole vedersi riconosciuto ciò che merita e chi nella sua "prima" parte di vita di Lavoro ne ha visto ancora poco o non lo ha visto affatto.

Speranze per il futuro

Con un PIL che per il 2,3% è impiegato nel mantenimento di questa fascia di persone, la divisione tra scettici che ritengono che non si possa fare nulla per contrastare quello che diventerà molto presto un problema di rilevanza Nazionale e chi invece lotta affinché lo Stato si organizzi e riduca in maniera drastica questa percentuale, l'unica soluzione concreta sembra quella di rimboccarsi le maniche e cercare di buttarsi nel mondo del #lavoro il più presto possibile, certamente non si può prescindere dalla componente "esperienza" che nell'ambito lavorativo rappresenta oggi come no mai un tassello fondamentale per quanto riguarda l'assunzione di giovani da parte dei datori di lavoro.