La Scuola italiana è un argomento che suscita sempre numerose polemiche dal punto di vista politico ed amministrativo. Tale istituzione, dal punto di vista dell'immissione e dell'abilitazione, presenta quasi sempre molte insicurezze e pochi punti chiari. A suscitare nuove reazioni nelle ultime ore, è stato un post sui social network, dell'onorevole Camilla Sgambato. Il deputato è intervenuto sulla questione diplomati magistrali in GaE. Sgambato, rivolgendosi ai diretti interessati, ha dichiarato che sarebbe una grande vittoria politica, la risoluzione delle problematiche legate proprio a tali diplomati in seguito alle sentenze.

La situazione, secondo il deputato, andrebbe contrastata con tutti gli elementi disponibili e che dovrebbero, inoltre, essere tutelati i "precari storici", così come i laureati in Scienze della Formazione Primaria. Questi ultimi, riportando le testuali parole dell'onorevole: "Hanno tutte le ragioni dalla loro parte". "Serve un piano di reclutamento anche per loro" ha in seguito aggiunto il politico.

Scuola e diplomati magistrali: la modifica del post

Le affermazioni sul web dell'onorevole Camilla Sgambato, hanno generato molte polemiche da parte degli utenti, tanto che lo stesso deputato, tornando sui suoi passi, si è visto costretto a modificare il post originale. La Sgambato ha cercato di rimediare rielaborando il tutto, affermando che la situazione è da affrontare con tutti gli elementi messi a disposizione.

Secondo le nuove parole del politico, a dover essere tutelati sono sia i precari storici, che i laureati in SFP, "che hanno molte ragioni dalle loro parti".

Scuola: i chiarimenti dell'onorevole Sgambato

L'onorevole Sgambato ha deciso di essere più esaustivo circa le sue considerazioni sui diplomati magistrali, affermando di non avere nulla contro tale categoria.

Il deputato di origine casertana ha, anzi, reputato "corretto" il fatto che sia stata effettuata una battaglia per il riconoscimento del titolo abilitante. Riferendosi alla Scuola dell'Infanzia, la Sgambato ha inoltre parlato di un "vulnus" (ossia, una ferita) pernicioso per la scuola. Tale "lesione", secondo quanto affermato dal deputato, sarebbe un prodotto della stratificazione legislativa degli ultimi anni.

Il politico ha in seguito fatto notare il bisogno di un piano formativo iniziale e di reclutamento, che possa garantire ai precari storici (così come ai neolaureati), un piano di immissione regolare ed efficiente.