L'APE volontaria potrebbe arrivare in ritardo rispetto alla scadenza originale fissata al primo maggio: è quanto emerge dalle ultime indiscrezioni di stampa rilasciate nel pomeriggio di oggi a seguito della partecipazione del Prof. Marco Leonardi ad un convegno organizzato dal Sole 24 Ore. Se la notizia fosse confermata, l'anticipo pensionistico si realizzerebbe prima di tutto attraverso le domande per l'APE sociale, mentre per chi decide di uscire consapevolmente accollandosi il costo dell'operazione sarà necessario attendere la definizione dei criteri operativi.
Nello specifico, il ritardo sembra legato alla creazione della piattaforma elettronica, che dovrà servire da strumento operativo per la scelta del prestito, posto che il lavoratore sarà chiamato ad indicare su quale istituto di credito appoggiare la propria domanda di pensionamento. L'Inps farà quindi da mediatore e si occuperà di erogare il prestito ponte in 12 rate mensili, che risulteranno esenti dal prelievo fiscale.
Pensioni anticipate e uscite volontarie: ecco i criteri per poter fruire dell'agevolazione
I criteri dell'APE volontaria restano quelli definiti all'interno della Legge di bilancio 2017: per poterne usufruire bisognerà aver maturato almeno 63 anni di età e 20 di contribuzione, mentre l'assegno minimo dovrà risultare uguale o superiore ad 1,4 volte la pensione minima, con un importo che corrisponde a poco più di 700 euro.
Il vincolo maggiore resta quello del prestito, che dovrà risultare sostenibile sulla base della nota regola del 30% sul reddito complessivo, applicata dalle banche e volta ad evitare indebitamenti eccessivi. L'Inps ed il MEF faranno poi da garanzia tramite un apposito fondo, mentre il prestito sarà contratto sul mercato, ma con tassi agevolati (il TAN è stato stimato attorno al 2,75%, mentre il costo complessivo non dovrebbe superare il 5%).
Difficile valutare la platea dei futuri beneficiari
Per quanto concerne il numero di domande effettive che saranno inoltrate per l'APE volontaria, il Prof. Leonardi mette le mani avanti e spiega che si tratta di una valutazione complessa. "I numeri sono difficili da valutare", ha spiegato il tecnico, ricordando che la platea per l'APE sociale è invece stimata attorno alle 50mila posizioni.
Al fianco delle due opzioni resta in essere anche l'ipotesi dell'APE aziendale, nella quale il costo dell'operazione viene finanziato dal datore di lavoro. Una terza via che sembra poter conciliare l'esigenza delle aziende in fase di ristrutturazione aziendale con quella dei lavoratori che vantano la necessità di anticipare il pensionamento in età avanzata.
Come da nostra prassi, restiamo a disposizione nel caso desideriate aggiungere un nuovo commento nel sito in merito alle ultime novità che vi abbiamo riportato. Se invece preferite ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni vi ricordiamo di utilizzare la comoda funzione "segui" che trovate in alto, vicino al titolo.