Il rischio paralisi, ora, è concreto. I decreti attuativi tardano a sbloccarsi: la Quota 41, pensata dal Governo, non ha ancora i crismi dell'ufficialità. Per questo motivo i lavoratori precoci, anche a causa dell'avvicinarsi della scadenza del 15 luglio, sono in ansia. Manca poco più di un mese al termine ultimo prefissato per presentare la prima istanza all'Inps. Più volte, in questo senso, il Ministero del Lavoro ha rassicurato i lavoratori, dicendo loro che non ci sarebbero stati problemi per fissare la decorrenza retroattiva al 1° maggio.

Il problema però è che, nel frattempo, non si è fatto alcun passo in avanti per i Dpcm, che ancora non sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. E questo può rappresentare un problema.

Pensione anticipata precoci, cosa succede adesso?

Il blocco dei decreti su Ape sociale e quota 41 non aiuta di certo una situazione di per sé difficile. Andare in pensione dopo 41 anni di contributi, rientrando nelle categorie dettate dal governo per l'anticipo pensionistico agevolato, è una delle prime conquiste dei lavoratori precoci. Adesso però, di fronte ad una situazione sostanzialmente in stallo, gli stessi lavoratori hanno paura di ricevere altre "mazzate".

Come se non bastassero i problemi avuti in questi ultimi anni a causa della riforma Fornero, anche se i più danneggiati sono risultati essere gli esodati.

Come spiegato in apertura, vi sono due problemi, fondamentalmente. Il primo è l'assenza di un decreto che regoli la disciplina in materia, ovvero le modalità e i requisiti per poter uscire dal lavoro con la pensione in tasca dopo 41 anni di contributi versati. Il secondo problema è rappresentato dalla scadenza ravvicinata per la presentazione, da parte dei lavoratori, della domanda di istanza di pensione all'Inps. Il termine ultimo, come anticipato, è fissato al prossimo 15 luglio. Va da sé che, allo stato attuale delle cose, è indispensabile la pubblicazione del decreto su quota 41 in Gazzetta Ufficiale per poter procedere.

In caso contrario, il rischio paralisi è dietro l'angolo.

Che le promesse sulla pensione dei precoci diventino un miraggio anche quest'estate? I lavoratori, tutti, si augurano il contrario. Gli ultimi due mesi però non hanno portato quelle notizie che i precoci attendevano da anni. Se per la quota 41 per tutti il percorso è ancora lungo e spinoso, sembrava che fosse andata in porto almeno la quota 41 "ristretta". I continui rinvii però hanno, di fatto, bloccato tutto. E adesso, arrivati quasi a metà giugno, con la prima scadenza ormai dietro l'angolo, i problemi si moltiplicano ogni giorno che passa.

E' arrivato il tempo delle risposte. Concrete. I precoci non possono più aspettare. Dopo la beffa della legge Fornero, nessuno vuole vivere l'ennesima estate di promesse non mantenute, con l'aggravante che stavolta tutto, formalmente, è pronto. Manca soltanto l'ultimo sprint, decisivo, da parte del Governo, per consentire, ad alcune migliaia di persone, di vivere più serenamente i restanti mesi del 2017 che ci attendono.