Ancora un dialogo aperto quello sul meccanismo di Quota 100 ipotizzato dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che darebbe la possibilità a migliaia di lavoratori di anticipare l'uscita dall'attività lavorativa. Dopo l'entrata in vigore dell'Ape Sociale e della Quota 41, infatti, si sarebbe aperto anche uno spiraglio sul famigerato meccanismo di quota 100 visto che al momento sembra l'ipotesi più accreditata.

Quota 100 al centro delle discussioni

Stando all'ipotesi avanzata dall'ex ministro del Lavoro Damiano, infatti, il lavoratore avrà la possibilità di lasciare il lavoro nel momento ritenuto più opportuno: dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati oppure dopo i 63 anni di età e 37 anni di versamenti contributivi o ancora alla maturazione di 64 anni di età anagrafica accompagnati dai 36 anni di contributi.

Si tratta di una vecchia proposta lasciata nel dimenticatoio per dare spazio alle misure previdenziali ipotizzate dall'ex Premier Matteo Renzi e introdotte con la Legge di Stabilità 2017.

Con l'idea sembrerebbe d'accordo anche il sindacato della Confsal, secondo il quale sarebbe necessario l'abbassamento dell'età pensionabile e la modifica di alcuni paletti restrittivi dettati dalla precedente riforma pensionistica. Inoltre, sempre secondo il sindacato, il perfezionamento dei 40 anni di contributi è un dato troppo penalizzante soprattutto per i lavoratori che svolgono mansioni particolarmente usuranti. Sono questi i motivi principali che potrebbero dare il via ad una nuova discussione sulla Quota 100 e che potrebbero portare ad una nuova proposta di legge che potrebbe essere discussa a margine dei lavori sulla prossima Legge di Stabilità che dovrebbero iniziare in autunno.

Allo studio anche la Quota 100 di Matteo Salvini

Di fondamentale importanza, anche l'ipotesi lanciata dal segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini riguardante l'introduzione di un meccanismo di uscita dopo il raggiungimento di almeno 60 anni di età anagrafica accompagnati dal versamento di almeno 40 anni di contributi effettivamente versati.

Anche questa, sembrerebbe un'ipotesi molto accreditata che, nel caso di consensi da parte delle forze politiche potrebbe prendere piede a partire dal 2018. Per i lavoratori precoci, invece, il Leader del Carroccio avrebbe studiato l'uscita al raggiungimento dei 40 anni di contribuzione indipendentemente dall'età anagrafica.