Importanti novità sono in arrivo per l’assistenza ad anziani e disabili prestata in ambito familiare. Sono infatti all’esame della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato tre diversi disegni di legge, la cui fusione dovrebbe andare a formare il Testo Unico sull’assistenza destinato a rivoluzionare il settore.

Il punto cardine della legge sarà il riconoscimento dell’assistenza prestata dai familiari, i cosiddetti caregivers, che comporterà una serie di riconoscimenti economici fino a 1900 euro ed agevolazioni fiscali.

I caregivers, i requisiti per il riconoscimento a chi presta assistenza

Due dei tre disegni di legge presentati, i Ddl 2266, 2048 e il 2128, pur con diverse sfumature, prevedono il riconoscimento della figura del caregiver familiare, identificato come colui che si prende cura di un parente convivente entro il secondo grado, che sia ultaottantenne o invalido al 100% a causa di malattia, infermità o disabilità o che necessiti di assistenza per almeno 54 ore settimanali. Questo nell’ipotesi più restrittiva, in quanto uno dei due Ddl propone una definizione più generica riconoscendo la qualifica a chi, volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di un familiare non autosufficiente o comunque non in grado di prendersi cura della sua persona per un lungo periodo.

Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Istat, sarebbero interessati al provvedimento circa tre milioni di persone, in maggioranza donne di età tra i 45 e 55 anni, che spesso sono costrette ad abbandonare il lavoro per prestare assistenza ad anziani e disabili in ambito familiare.

Agevolazioni fiscali e 1900 euro per l’assistenza ad anziani e disabili

L’istituzione della figura del caregiver familiare non sarà simbolica, poiché comporterà il riconoscimento di una serie di agevolazioni fiscali e riconoscimenti economici, oltre che dell’accesso ai benefici già riconosciuti dalla legge 104, come i permessi retribuiti per conciliare le esigenze di cura e di assistenza con l’attività lavorativa.

Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, dovrebbe essere prevista una detrazione Irpef del 19%, entro un limite di 10 mila euro l’anno ed in presenza di un Isee massimo di 25 mila euro, per le spese sostenute per l’assistenza.

Nel caso in cui il cargiver sia senza reddito, e quindi impossibilitato ad usufruire della detrazione Irpef, l’Inps dovrebbe riconoscere il versamento di un assegno pari a 1900 euro annui, oltre al riconoscimento dei contributi figurativi a carico dello Stato per tutto il periodo di assistenza svolto da convivente. Questi, sommati ai versamenti di un eventuale periodo lavorativo, potranno essere conteggiati al fine del raggiungimento dei 30 anni di contributi necessari per l’accesso all’Ape social. Riconosciute anche, secondo i disegni di legge allo studio, l'applicazione delle tutele inail per malattie ed infortuni.

Per il caregiver lavoratore, invece, sarà garantito il diritto a rientrare nelle categorie protette, con conseguente accesso al part time o a mansioni compatibili con il telelavoro.

Il Testo Unico in materia di assistenza dovrebbe essere approvato, secondo gli auspici del sottosegretario al Welfare, Biondelli, entro la fine della legislatura.