Prosegue senza sosta lo sciopero della fame a staffetta promosso per sollecitare al Governo Gentiloni la proroga o la stabilizzazione del regime sperimentale di Opzione donna nell'ambito della cosiddetta fase due della riforma Pensioni che vedrà la luce con la legge di Bilancio 2018 attualmente al vaglio di Montecitorio. Ma dall'esecutivo, sulla questione, non arrivano ancora risposte.
"La politica ci ha ridotto alla fame di legalità", ha scritto su Facebook Maria Manzi, tra le decine di lavoratrici che stanno aderendo in queste ore all'iniziativa promossa dal Movimento Opzione donna.
Pensioni, protesta ad oltranza per Opzione Donna 2018
"Chiediamo - si legge nel post corredato da foto - che rispettino la legge 243/2004 e i risparmi conseguiti vengano usati per la sua prosecuzione come previsto - viene sottolineato - dal dettato normativo". In campo accanto alle lavoratrici, in alcuni casi, anche i figli che aderiscono al digiuno di protesta in vista della discussione generale della manovra economica e finanziaria alla Camera dopo il via libera del Senato.
"Buongiorno, mi presento, sono Andrea Torasso - si legge in un post condiviso su Facebook - appoggio e sostengo la lotta di mia madre e di tutte le donne che come lei chiedono la proroga di Opzione donna al 2018". "Il nostro sciopero della fame - scrive Sabrina Pieroni - è la vostra sconfitta, è il segnale del vostro 'vuoto' che paralizza e degrada la vita di ognuno di noi". "Si continua lo sciopero della fame - scrive Rosaria Giovanna Manca che ha aderito all'iniziativa - per veder rispettato il diritto delle donne di andare in pensione con Opzione donna".
In aumento le adesioni allo sciopero della fame a staffetta
Va ricordato che più persone riescono ad andare in pensione più sono le possibilità di lavoro che si potrebbero creare per i giovani oggi stretti nella morsa del precariato e della disoccupazione.
Crescono di ora in ora le adesioni allo sciopero a staffetta per Opzione donna: "Reclamiamo solo il nostro diritto - scrive Ella Maddaluno - di vivere dignitosamente il resto della nostra vita dopo essere stata lavoratrice, figlia, madre, moglie, casalinga, sono soldi nostri! E' questione di giustizia". Un'iniziativa che ricorda quella portata avanti spesso dai Radicali italiani per chiedere il miglioramento della situazione carceraria in Italia nonché il varo di leggi di clemenza come indulto o amnistia. Ma lo sciopero della fame stavolta viene promosso per chiedere provvedimenti sul fronte previdenziale. Dal Governo Gentiloni ancora nessuna risposta, l'obiettivo del digiuno è quello che la legge di Bilancio 2018 possa essere modificata durante l'esame a Montecitorio e possa trovare spazio la proroga di Opzione donna per la pensione anticipata della lavoratrici.