Cambiano le regole per diventare avvocato. I provvedimenti già annunciati sono ormai diventati operativi. E’ infatti stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto n. 17/2018 del Ministero della Giustizia che disciplina i corsi di formazione per l'accesso alla professione forense. Tale Decreto entrerà in vigore il prossimo 31 marzo.
Praticanti: entrano in vigore i corsi di formazione obbligatori
La vera novità del decreto è proprio l’introduzione della obbligatorietà dei corsi di formazione ex art. 43 della Legge n. 247/2012. Tali corsi saranno, infatti, obbligatori per i tirocinanti iscritti nel registro dei praticanti con decorrenza dal 180° giorno successivo alla sua entrata in vigore.
I suddetti corsi, che consentiranno l’accesso alla partecipazione dell’esame di Stato, possono essere organizzati "dai consigli dell’ordine (COA) attraverso apposite convenzioni con le università, dalle associazioni forensi giudicate idonee, nonché dalle SSPL”.
La durata dei corsi è di 160 ore, distribuite durante i 18 mesi di tirocinio professionale, per consentire l'effettivo svolgimento dello stesso, senza pregiudicare la frequenza dello studio legale o dell'Avvocatura dello Stato. I corsi sono organizzati secondo 2 moduli semestrali: maggio-ottobre e novembre-aprile e non saranno gratuiti .
E’ necessario corrispondere una quota di iscrizione, per la copertura delle spese di organizzazione e dei compensi ai docenti- giudici, avvocati, professori universitari. Saranno previste borse di studio in favore dei tirocinanti da attribuire in base all’ISEE.
I contenuti del corso e le prove: maggiori informazioni
I corsi di formazione prevedono due parti: una teorica e una pratica. Questo al fine di fornire al praticante avvocato una solida base che gli consenta di espletare agevolmente le prove previste dall'esame di Stato per l'abilitazione alla professione forense. Ecco, dunque, che sono previste lezioni relative alla redazione di atti giudiziari e di pareri stragiudiziali, oltre ad approfondimenti, su temi caldi, di diritto penale, processuale penale, civile e amministrativo.
Verrà previsto un numero prestabilito di iscrizioni a ciascun corso. Inoltre, verranno attivate modalità di apprendimento a distanza certificate dal Consiglio Nazionale forense, nei limiti di 50 ore nell'arco dei 18 mesi di tirocinio. Alla fine di ciascun semestre e del corso, i praticanti avvocati dovranno sostenere dei test a risposta multipla sugli argomenti trattati. L'accesso a tali verifiche e all’esame finale viene consentito a chi ha frequentato l'80% delle lezioni.
Chi non supera la verifica intermedia dovrà ripetere l'ultimo ciclo semestrale di formazione e la relativa verifica. Chi non supera la verifica finale non riceverà il certificato di compiuto tirocinio e quindi deve ripetere l'ultimo ciclo di 6 mesi.
Il regolamento soprammenzionato ha suscitato molte critiche sia da parte degli stessi partivano avvocati sia da parte dell’Associazione nazionale avvocati. Il segretario generale dell’Anf, Luigi Pansini, ha palesato il fondato timore di una forte limitazione all’accesso alla professione. Questo per scoraggiare chi vuole diventare avvocato dall’intraprendere tale carriera.