Dopo lo scandalo del caso Bellomo che tutti ricorderanno ecco che all’orizzonte si palesa un altro vicenda dai contorni bizzarri sempre legato al concorso in magistratura. I protagonisti sono sempre gli aspiranti magistrati, che dopo aver evidentemente buttato anni della loro vita sui manuali del Caringella, del Gazzoni ecc. si sono visti derisi da un commissario che avrebbe dovuto limitarsi ad esaminare i loro colpiti. La vicenda è di qualche giorno fa, di quando un membro della commissione, guidata dal magistrato della Cassazione, Luigi Agostinacchio, impegnata appunto nella correzione degli elaborati si è preso alcune licenze abbastanza discutibili.

Il commissario in questione che di nome fa Roberto Calvo, e di professione è avvocato presso lo studio Ambrosio e Commodo, nonché docente ordinario di Diritto civile all’Università della Valle d’Aosta si è divertito infatti a deridere alcune frasi scritte da alcuni candidati. Tali frasi grammaticalmente poco corrette hanno scatenato l’illarità e lo scherno del commissario .

Il commissario e i post canzonatori contro gli aspiranti magistrati

In pratica Roberto Calvo non si è limitato a correggere i suddetti compiti, ma si è preoccupato anche di pubblicare post canzonatori su Facebook su quegli stessi compiti. Sempre su Facebook ha poi scritto frase del tipo: “Mia madre che ha la terza elementare inorridirebbe”.

L’esistenza di post quasi diffamatori ha scatenato le ire degli aspiranti magistrati. Fra i commenti a caldo degli stessi, che hanno protestato aspramente, c’è la considerazione che comunque al di là degli ‘orrori grammaticali’, gli sforzi andrebbero sempre apprezzati. Sta di fatto che il commissario Calvo non ci ripensa, i post ancora oggi non sono stati rimossi dalla sua pagina Facebook.

La vicenda però non è finita qui perché dopo la delusione degli aspiranti magistrati, si scopre che Roberto Calvo che ha corretto i compiti, prendendoli in giro, in teoria non avrebbe dovuto nemmeno essere nominato membro della commissione in quando docente di una SSPL (scuola specializzazione professione legali). L’articolo 6 del decreto 21 maggio 2017 parla chiaro sull’incompatibilità fra la nomina di commissario e quella di docente nelle scuole di preparazione al concorso per magistrato ordinario.

Caso Bellomo bis: destituzione anche qui?

Alcuni di coloro che hanno partecipato al concorso in magistratura intatto hanno presentato un esposto al consiglio superiore della magistratura. Fra le motivazioni c’è il fatto di aver gettato discredito sulla tutta categoria e di aver insultato tutti i sacrifici fatti finora. Chissà cosa risponderà il CSM e se ci sarà una sorta di destituzione anche per il commissario in questione, che non sembra essersi pentito neppure un po'.