Fino a qualche anno fa i maestri delle scuole d'infanzia e primaria sono stati "semplici" diplomati. Addirittura bastava conseguire il Diploma magistrale, della durata di 3 anni, per essere una maestra di scuola materna o educatrice dell'asilo nido. Ora ci si accorge che occorre avere la laurea. Allora siamo stati tutti educati ed istruiti da incompetenti e ignoranti? Questo non significa restare ancorati nel passato, ma neanche negarlo.

Ciò che stanno passando le maestre d'Italia ormai è noto a tutti. Il fermento è in aumento e pare che ci siano stati degli enormi errori da parte della Magistratura, con sentenze che, nel corso degli anni, sono andate in contrasto tra di loro. Ma procediamo per gradi e capiamo cosa sta succedendo in queste ore.

Tutto iniziò con il no della Plenaria

Tutto è iniziato con l'esito negativo della Plenaria avvenuta a fine del 2017. Dopo ben cinque sentenze (nn. 1973/2015 – 3628/2015 – 3673/2015 – 3788/2015 e 4232/2015) ottenute dall’Anief, il noto e giovane sindacato scolastico, ed emanate dallo stesso organo giudicante che dava piena ragione a oltre 2.000 ricorrenti (con diploma magistrale), il Consiglio di Stato ha deciso per un dietrofront su tutta la linea, segno che le pressioni politiche e dell’opinione pubblica hanno colpito nel segno.

L'anief non è stata ferma proseguendo per la sua linea: oltre a procedere legalmente, ha anche manifestato a Roma. Oggi 28 aprile è stato indetto da Anief lo sciopero della fame mentre sono previsti altri scioperi il 2 e 3 marzo per trovare una soluzione a questo dilemma. La richiesta è di sospendere i ricorsi pendenti, in attesa della sentenza della Cassazione, della Cedu e della decisione del Parlamento europeo sul reclamo collettivo.

Anief: lo Stato italiano viola le direttive comunitarie

“In ballo – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Anief – c’è anche la condanna dello Stato italiano per via della violazione delle direttive comunitarie sui contratti a termine, visto che la grande maggioranza di questi insegnanti precari ha superato la soglia dei 36 mesi di supplenze anche non continuative”.

A favore dei diplomati magistrali ci sono anche alcuni noti politici, come ad esempio Giorgia Meloni,presidente di Fratelli d’Italia, che sollecita il Governo a riunirsi immediatamente "per varare un decreto d’urgenza per sventare il più grande licenziamento di massa della storia d’Italia”; anche per Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali occorre trovare subito una soluzione.