Sarebbero già pronti i nuovi provvedimenti del governo Conte che potrebbero essere varati prima dell'arrivo dell'estate. Le misure dovrebbero riguardare la proroga del regime sperimentale donna e dell'Ape Sociale, una misura introdotta con la precedente Legge di Stabilità e per la quale si chiede un'ulteriore proroga.

Diversi saranno i temi da trattare inseriti nel contratto di governo stipulato alcune settimane fa da Lega e Movimento 5 Stelle: dalla previdenza alla lotta all'immigrazione, dalla riforma dei centri per l'impiego allo sgravio fiscale.

Non tutte le misure, però, potranno essere varate nello stesso momento.

Ecco le mosse del nuovo governo

Secondo il settimanale "Today", infatti, il nuovo esecutivo starebbe mettendo mani su alcuni provvedimenti come la proroga dell'Ape sociale, il prestito previdenziale fino ad un massimo di 1.500 euro mensili erogato a favore delle categorie più economicamente svantaggiate, e del regime sperimentale Opzione Donna che consentirebbe alle lavoratrici l'uscita anticipata a partire dai 57 anni di età anagrafica accompagnati dai 35 anni di versamenti contributivi a condizione di accettare il ricalcolo dell'assegno previdenziale secondo il metodo contributivo.

Non è escluso che, il nuovo esecutivo possa concentrarsi anche su altri due temi che sia Lega sia Movimento 5 Stelle hanno voluto inserire nel nuovo contratto di governo: si tratta della riforma dei centri per l'impiego e di alcune misure atte a contrastare il fenomeno dell'immigrazione più volte sbandierate dal segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini.

Quota 100 inserita nella prossima Finanziaria?

Per la tanto agognata Quota 100, invece, si dovrà aspettare ancora molto visto che il governo Conte potrebbe riprendere il delicato tema a margine dei lavori per la prossima Legge di Stabilità, lavori che dovrebbero aprirsi il prossimo ottobre. Seppur sia una proposta molto contestata per via della sua onerosità che potrebbe gravare circa 20 miliardi di euro sulle casse statali, la Quota 100 potrebbe essere attuate con la possibilità per i lavoratori di lasciare in anticipo l'attività lavorativa a partire dai 64 anni di età facendo in modo che la somma dell'età anagrafica con l'anzianità contributiva sia uguale a 100.

Cosa assai diversa per i cosiddetti lavoratori precoci, i quali potranno richiedere il pensionamento dopo il raggiungimento di almeno 41 anni e 5 mesi di contribuzione a prescindere dall'età anagrafica.