Resta ancora un argomento aperto quello riguardante la famigerata Quota 100 più volte sbandierata dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle a margine della campagna elettorale e nel nuovo contratto di governo stipulato nei giorni scorsi. Numerose novità in campo previdenziale, infatti, sarebbero contenute nel contratto: dalla cancellazione definitiva della Riforma Fornero all'introduzione del sistema delle quote, alla flat tax e alla lotta all'immigrazione clandestina.

Cgil contraria alla quota 100

Quota 100, però, ha ricevuto molte contrarietà per via della sua onerosità che potrebbe gravare sulle casse statali.

Difatti, secondo vari economisti per l'approvazione della misura sarebbero necessari circa 8,1 miliardi di euro all'anno per un totale di circa 15 miliardi di euro. Una cifra ingente che non rispecchia le coperture finanziarie richiesti nel contratto di governo da Lega e Movimento 5 Stelle (circa 5 miliardi).

Ghiselli: "Necessaria nuova riforma delle pensioni"

Anche il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli non si sarebbe dimostrato favorevole a quanto proposto dai due partiti usciti vincitori dalle ultime elezioni politiche. "Non sono sufficienti dei ritocchi alla Legge Fornero. E' necessaria una vera riforma delle Pensioni che superi strutturalmente quell'impianto", ha spiegato il sindacalista mostrando la sua volontà di intraprendere una nuova strada che possa portare alla flessibilità in uscita.

Per Ghiselli, infatti, sarebbe necessario introdurre l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica al fine di garantire a tutti il diritto al pensionamento.

Inoltre, occorrerebbe rivedere gli scatti automatici dei requisiti legati all'aspettativa di vita che a partire dal 2019 determineranno un ulteriore aumento dell'età pensionabile. Uno spazio dovrebbe essere dato anche alle giovani generazioni con la possibilità di introdurre una pensione di garanzia a favore di tutti coloro che hanno carriere lavorative discontinue.

Il segretario confederale della Cgil, avrebbe ribadito anche la necessità di riconoscere i lavori di cura e assistenza a favore delle lavoratrici e l'estensione della platea dei lavori considerati usuranti e gravosi. La richiesta della Cgil si concentra anche sul fatto di abbandonare l'Ape Sociale, l'Ape volontario e la Rita visto che ha creato varie disparità di trattamento fra i lavoratori che hanno richiesto le prestazioni pensando di possedere i requisiti.