Novità in arrivo per i contratti a termine. L’annuncio viene dal Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che ha colto l’occasione dell’incontro avuto con i rappresentanti delle maggiori aziende della cosiddetta Gig economy per comunicare l’intenzione di fare guerra al precariato modificando le norme sui contratti a termine, giudicate eccessivamente liberali, introdotte dal Jobs Act.

Nello specifico, il governo intende ridurre le possibilità di rinnovo dei contratti a termine per i quali sarà anche ripristinato l’obbligo di indicare la causale.

Di Maio: ‘Maggiori vincoli per i contratti a temine’

La riduzione dei rinnovi e l’introduzione delle causali obbligatorie per i contratti a termine è uno dei principali obbiettivi del Ministero del Lavoro guidato da Luigi Di Maio. Il ministro, infatti, ha annunciato la volontà di rivedere le norme introdotte dalla riforma del Jobs Act che avrebbe favorito, secondo Di Maio, una crescita esponenziale del precariato. Il riferimento, in particolare, è ai cosiddetti riders, giovani che, per pochi euro e senza nessuna tutela, consegnano pasti a domicilio su motorini o biciclette ed assurti a simbolo nella nuova generazione di lavoratori precari.

Attualmente, i contratti a termine possono avere una durata massima di 36 mesi, raggiungibili attraverso 5 rinnovi, e possono essere ulteriormente prorogati per altri 36 mesi a fronte di una interruzione del contratto, quantificata in 10 giorni, per i contratti di durata inferiore a 6 mesi, o di 20 giorni per i contratti di 6 e più mesi. Nelle intenzioni del governo ci sarebbe la riduzione del numero massimo dei rinnovi da 5 a 4 e il ripristino della causale obbligatoria per il rinnovo, abolita dal Jobs Act, che potrà avvenire esclusivamente per ragioni tecnico-produttive, organizzative o sostitutive. Un’eventualità, quest’ultima, criticata da Luigi Del Conte, presidente dell’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, che vede nell’introduzione della causale obbligatoria una fonte di contenzioso e di ricorso al giudice.

Salario minimo e tutele per i riders

Per quanto riguarda l’incontro con i rappresentanti di Deliveroo, JustIt, Foodora, Domino's Pizza e Glovo, le principali aziende di ‘food delivery’ operanti in Italia, Di Maio ha sollecitato l’apertura di un tavolo di trattativa tra questi ed i rappresentanti dei riders per arrivare, possibilmente, alla firma del primo contratto nazionale di lavoro della Gig economy. Contratto che dovrebbe prevedere, secondo il ministro, una equiparazione ai lavoratori subordinati, con il riconoscimento di una retribuzione minima e delle tutele di base quali malattia, ferie e maternità, oltre al riconoscimento del “diritto alla disconnessione”, una tutela specifica per le prestazioni fornite tramite la Rete che prevede il divieto, da parte del datore di lavoro, di inviare comunicazioni, tramite app, per un periodo di almeno 11 ore dall’ultimo turno effettuato.

Una tipologia di contratto che potrebbe poi estendersi anche ad altri lavoratori precari.

I rappresentanti delle aziende che hanno partecipato all’incontro con Di Maio si sono detti favorevoli all’apertura di un tavolo, anche se lo stesso ministro ha sottolineato che quanto richiesto a tutela dei riders, o si ottiene attraverso la concertazione oppure il governo è pronto ad intervenire con il “Decreto dignità”.