Oggi dovrà essere presentata dal Governo la Nadef (Nota di aggiornamento al Def) che indicherà quali risorse vi saranno a disposizione per le misure da introdurre nella prossima Legge di Bilancio. Proietti (segretario confederale della Uil) si è detto assolutamente contrario ad una misura di uscita flessibile, la quota 100, che porti con sé una finta flessibilità a cui si potrà accedere solo con penalità sull'assegno.
Le parole di Proietti.
Pensioni, Proietti: 'No a penalizzazioni con l'uscita a quota 100'
Molto critico Proietti nelle sue ultime considerazioni che sono rivolte al Governo e a quella che non pare per nulla essere una riforma delle Pensioni utile ai pensionandi e alla flessibilità in uscita. Così il segretario confederale della Uil, che parafrasiamo: Ogni giorno emergono le ipotesi più disparate sulla modifica alla Legge Fornero, in queste ultime ore - aggiunge - è emersa la novità di alcuni meccanismi volti ad anticipare l’uscita con quota 100, ma solo a fronte di decurtazioni sull'assegno pensionistico.
Poi aggiunge: "Occorre continuare a cambiare la Legge Fornero, ma reintroducendo una reale flessibilità' di accesso alla pensione tra i 62 e a 63 anni, senza alcuna penalizzazione”. Poi, rivolgendosi all'esecutivo giallo-verde, che ancora non ha dato ascolto, nonostante le numerose richieste, alle parti sociali, conclude: “Se il Governo si decidesse a convocarci e a confrontarsi con i sindacati, si potrebbero trovare buone soluzioni". Allo stato attuale la quota 100 porterebbe con sé non solo vincoli anagrafici e contributivi, ma anche penalità, ecco in che misura stando alle tre ipotesi allo studio del Governo.
Quota 100 solo con penalità importanti
Le tre ipotesi vanno da un ricalcolo contributivo dal '96, che farebbe perdere anche il 10/15% sull'assegno, ad una penalizzazione temporanea che si annullerebbe ai 67 anni d’età, pari a 1-1.5% su ogni anno di anticipo, ad una penalità permanente seppure più bassa: circa lo 0.5-1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni ma per sempre.
A questo si assocerebbero gli altri vincoli significativi: quello anagrafico (si studia se concedere la quota 100 dai 62 o dai 64 anni) e quello contributivo (dovrebbe oscillare tra i 36-37). Quello che al momento pare infastidire maggiormente, specie i precoci e quanti hanno molti anni di lavoro alle spalle, è però il primo. Non resta che attendere la Ldb 2019 per comprendere se i precoci verranno o meno tenuti in considerazione, essendo quelli che più a lungo, come sconfortati continuano a ripetere sui social, hanno versato nelle casse dell’Inps.